Se il 2021 è stato l’anno della ripartenza del congressuale, con +23,7% di eventi organizzati sul 2020, la domanda quest’anno è ancora più alta e assolutamente ‘in presenza’. Anche le istituzioni fanno la loro parte.
È uno degli ambiti dell’ospitalità tra quelli che più hanno sofferto il periodo della pandemia, essendo nato per creare eventi ricchi di pubblico e per mettere in connessione diretta, ‘dal vivo’, le persone. Da qualche mese finalmente, dopo un 2020 da incubo, il settore del Mice sta ripartendo: dai congressi agli eventi aziendali, dai viaggi incentive ai meeting d’affari, tutti i numeri sono in crescita. Una prima valutazione su queste cifre l’ha fatta l’Osservatorio Italiano dei Congressi e degli Eventi-Oice: pubblicata a fine luglio, la ricerca promossa da Federcongressi&eventi e realizzata dall’Alta Scuola di Economia e Relazioni Internazionali dell’Università Cattolica ha messo in luce le modalità con le quali il settore del turismo congressuale sta recuperando il tempo perduto. Nel 2021 in Italia, spiega lo studio, sono stati realizzati 86.438 eventi in presenza o in formato ibrido (quelli che comprendono partecipanti in parte in presenza e in parte collegati da remoto) registrando un aumento pari al +23,7% rispetto al 2020. I partecipanti in presenza sono stati 4.585.433 (+14,7% sul 2020) e le presenze 6.798.425 (+16,3% sul 2020). Sono indicatori tutti positivi quelli relativi ai congressi e agli eventi, anno su anno: anche se, va ricordato, durante il 2021 le normative legate alle condizioni pandemiche hanno reso possibile la realizzazione degli eventi in presenza solo dal primo luglio, ovvero per soli 6 mesi, e con capienza ridotta fino al 2 dicembre. Così è accaduto che per affrontare le restrizioni dovute alla pandemia, la maggioranza (67,6%) delle strutture che ha ospitato almeno un evento è stata sede di eventi ibridi. Nonostante la stima del numero di questi meeting sia stata difficile da fare per la disomogeneità delle strutture, lo studio ipotizza che gli eventi ibridi siano stati circa 17.900, ossia il 20,7% del totale. Oltre a ciò, proprio le regole in essere in corso del 2021, con particolare riferimento al distanziamento, hanno anche delineato una differente modalità di utilizzo delle sedi a favore di quelle di grandi dimensioni, come la ricerca ha sottolineato. Le location con una capacità di oltre 2.500 posti hanno infatti aumentato di ben il 73,2% gli eventi ospitati. E ancora, le norme che regolavano gli spostamenti tra stati e regioni hanno fatto sì che la maggior parte degli eventi abbia avuto una dimensione locale, cioè con partecipanti provenienti della stessa regione della sede. Nel 2021 per il 71,8% delle location, almeno la metà degli eventi ospitati ha avuto un ambito di riferimento locale. Di contro gli eventi nazionali (quelli con partecipanti provenienti da fuori regione) hanno rappresentato meno della metà del totale per il 42,4% delle sedi, mentre gli eventi internazionali (quelli con partecipanti provenienti in percentuale significativa dall’estero) sono stati ospitati dal 38,3% delle sedi, per l’84,8% delle quali hanno rappresentato meno di un quarto degli eventi totali. Ovviamente, questa riduzione del mercato estero ha inciso anche sulla tipologia degli eventi ospitati in Italia nel 2021. Infatti, i congressi associativi hanno rappresentato meno del 25% degli eventi ospitati per il 44,5% delle sedi rispondenti. Gli eventi aziendali, invece, hanno rappresentato più della metà per il 63% delle sedi rispondenti.
PROSPETTIVE INTERESSANTI
Prima della battuta d’arresto dovuta alla pandemia nel 2020, il mercato italiano del Mice registrava un tasso di incremento medio annuo del numero di eventi pari al 4,1%. E oggi ci sono le premesse per riprendere il trend: la domanda di eventi e congressi da parte di aziende e associazioni è ripartita in maniera significativa non appena il Governo ha permesso la ripresa degli eventi. “Tutte dalle sedi al momento della rilevazione dei dati: infatti, nei primi mesi del 2022, quasi il 40% stimava di ritornare ai livelli pre-Covid di eventi ospitati in presenza già nel 2022 e il 37,2% nel 2023”. Prospettive di rilancio e ottimismo che condivide anche Piergiulio Donzelli, direttore generale di Aci Blueteam, società specializzata in ambito business travel. “Siamo molto soddisfatti dell’andamento dell’estate. Tutti i numeri ci dicono che la macchina del turismo si è rimessa in moto e i dipartimenti del gruppo, dall’incentive al Mice e al turismo d’affari, hanno registrato trend positivi sia per volumi che per transato, oltre che un aumento del valore della spesa media per pratica. Un andamento che certifica l’effettiva ripartenza turistica tanto che per l’autunno abbiamo una programmazione importante già confermata”. Il 2022 ha visto una ripartenza del segmento Mice anche al sud, come racconta Ada Miraglia, direttore commerciale CdsHotels, catena alberghiera che comprende 12 strutture tra Puglia e Sicilia. “Rispetto alla forzata staticità del biennio 2020-2021, già il primo trimestre dell’anno in corso ha segnato il ritorno della programmazione di eventi. Oltre a una sensazione di fiducia condivisa verso un futuro che, man mano, condurrà il settore fuori dagli effetti della pandemia, da mesi registriamo una significativa richiesta di incentive aziendali, congressi multilevel, forza vendite ed eventi sportivi. Anche la domanda relativa alle accomodation è in forte crescita: rispetto al 2021 il numero di camere richieste dai clienti è raddoppiato e abbiamo trattative in corso per eventi in esclusiva, alcuni dei quali già confermati”. Le buone notizie per la meeting industry italiana non si fermano: proprio a inizio settembre infatti il ministro del Turismo Massimo Garavaglia ha firmato il decreto ‘Fondo Unico Turismo’ che prevede lo stanziamento di più di un milione di euro per aumentare la competitività dell’Italia e delle sue imprese nel Mice. II soldi servono a finanziare, da qui al 2024, un progetto elaborato da Convention Bureau Italia e Federcongressi&eventi che ha l’obiettivo di rilanciare l’Italia sul mercato internazionale incrementando il numero dei congressi globali organizzati nel nostro Paese. Con il conseguente aumento degli arrivi di congressisti anche nelle strutture alberghiere e dell’indotto economico generato.