150 camere, sei ville indipendenti, tre ristoranti, una spa di 4.000 metri quadrati con sette piscine, un centro congressuale e spazi per eventi. Questi i numeri che contraddistinguono la proposta di ospitalità di Palazzo di Varignana, una realtà che parla di recupero e di rigenerazione: di edifici storici e di terreni, di casali rurali e di colture che, grazie a un’importante opera di riqualificazione, sono tornate a disegnare i profili delle colline bolognesi nelle quali si immerge il resort.
“A Palazzo di Varignana ospitalità e agricoltura, paesaggio e accoglienza, gusto ed emozioni si incontrano. L’amore per la bellezza ha generato un complesso dove vivere lo svago, il riposo, lo sport, la cura di sé, la ricerca dei prodotti naturali e l’eccellenza gastronomica”, racconta il direttore Vittorio Morelli, descrivendo a Pambianco Hotellerie una realtà sempre in fieri, che non si è fermata nemmeno durante la pandemia, quando ha continuato a crescere e a evolversi. “Per il 2023 due grandi progetti ci attendono: l’arrivo del quarto ristorante, ospitato all’interno del ‘Treno Reale’, autentico treno d’epoca, classe 1921, che dopo molti anni di abbandono riprende vita, e l’ampliamento degli spazi per gli ospiti che desiderano vivere i retreat basati sul metodo scientifico potenziativo dei 5 pilastri della salute studiato dalla dottoressa Annamaria Acquaviva”.
Novità riguardanti dunque anche l’ulteriore sviluppo della proposta food&beverage, che, prosegue Morelli, “rappresenta un asset fondamentale per la nostra struttura, poiché offrire servizi ristorativi di ottima qualità a un corretto rapporto qualità/prezzo è importante sia per il segmento leisure che per il segmento corporate, entrambi fondamentali per una struttura come la nostra, il cui market mix è distribuito al 50% tra individuali e convegnistica”.
Il food&beverage incide, infatti, per il 40% sul fatturato del resort, destinazione prediletta da turisti provenienti per il 50% dall’Italia, a cui seguono Germania, Inghilterra, quest’ultima cresciuta molto nell’ultimo biennio, Francia, Svizzera e Austria. Con un’ulteriore considerazione da fare relativa alla svalutazione dell’euro, che “sicuramente indurrà i turisti americani a tornare da noi, anche se per Palazzo di Varignana il picco del turismo oltreoceano è storicamente sempre stato da fine aprile a fine settembre”.
Quanto all’andamento del business, in un periodo in cui il comparto alberghiero è estremamente influenzato dalle mutevoli condizioni geopolitiche e fare previsioni risulta difficile, “le stime per la chiusura dell’anno sono in linea con il budget, con uno scostamento del +/-2 per cento. Rispetto al 2021 registriamo un incremento del 68% nel fatturato e del 20% rispetto al 2019, anche se va detto che la nostra struttura è evoluta in modo sostanziale negli ultimi tre anni”, afferma il direttore, che non manca di sottolineare come la strategia tariffaria decisa a inizio anno sia rimasta invariata, “nonostante il caro energia abbia già inciso in maniera importante sulla nostra marginalità. Ci sono strutture alberghiere medio-piccole che sono state costrette a chiudere per la stagione invernale, in attesa che la situazione migliori: purtroppo allo stato attuale tutto il settore turistico è costretto a navigare a vista e sopravvive solo chi ha le spalle larghe”, conclude.