Evento-conferenza itinerante nato nel 2019 per approfondire gli scenari del prossimo futuro nell’industria del turismo, Travel Hashtag ha portato la sua ottava edizione – patrocinata da Ministero del Turismo, Enit e Pugliapromozione – la scorsa settimana a Borgo Egnazia, in provincia di Brindisi. Diversi i temi affrontati dall’ampio panel di esperti, partendo dal rilancio del fattore umano e dalla centralità della sostenibilità. Sfide non nuove ma che oggi richiedono risposte adeguate a un momento complesso oltre che alle esigenze di territori e mercati. “Con i numeri di settembre – ha spiegato ai presenti Alessandra Priante, Direttore Europa di Unwto – il dato dei turisti arrivati in Italia nel 2022 è tornato al livello del 2019, ma non bisogna abbassare la guardia. Nel periodo gennaio-luglio 2022 infatti la destinazione europea che ha fatto meglio in termini di presenze è stata l’Albania, che dell’Italia per molti versi è un diretto competitor. Le previsioni per il nostro Paese però restano positive, soprattutto se la montagna, dopo due anni di chiusura pressoché totale per la pandemia, tornerà a performare. Certo, perché il turismo italiano possa avere un futuro roseo non bisogna smettere di lavorare per costruire una programmazione efficace che permetta lo sviluppo di politiche di sostenibilità ambientale, economica e sociale”.
Nell’Italia che cresce come presenze turistiche, un ruolo importante lo ha giocato anche la Puglia, territorio che oggi più che mai vede il turismo come settore centrale per il suo sviluppo sociale ed economico. “Nel 2019 – ha raccontato Gianfranco Lopane, Assessore al Turismo della Regione – abbiamo raggiunto 25 milioni di presenze turistiche, che era invece l’obiettivo che ci eravamo prefissati di raggiungere nel 2025. E se guardiamo ai primi 9 mesi del 2022, gli arrivi hanno già superato quelli dello stesso periodo del 2019. Il prossimo step allora è quello di guardare ai numeri in modo ‘qualitativo’, per capire come e dove bisogna intervenire con lo scopo di aumentare le performance economiche del comparto. Senza dimenticare una forte attenzione sul fattore umano che in questa industria resta centrale. Oggi la vera sfida è investire nelle risorse in modo che cresca il loro valore e che di conseguenza la qualità del loro lavoro possa aumentare la validità delle esperienze degli ospiti”.
Non tutto il turismo è uguale ma soprattutto quando si pensa all’ospitalità di alta gamma, investire nel personale è ancora più importante. “Si parla sempre di turismo, quando invece bisognerebbe discutere di turismi – ha aggiunto Antonello De Medici, Group Director Operations di Rocco Forte Hotels – perché non tutti gli utenti hanno le stesse necessità. Chi investe nel lusso come noi è obbligato a prendere in considerazione l’intero ecosistema di servizi del territorio nel quale si va a operare. Attirare le eccellenze con le quali si vuole collaborare è essenziale per produrre ricavi. Il tutto in una visione che deve obbligatoriamente avere una prospettiva per lo meno decennale”. L’Italia resta la destinazione turistica più desiderata al mondo ma spesso non offre al turista straniero proprio quelle esperienze di alta qualità che potrebbe. “Secondo l’ultimo World Travel Index – ha concluso Giorgio Palmucci, vice presidente di Confindustria Alberghi – l’Italia è al 10° posto al mondo tra le mete più richieste e resta dietro a Paesi come la Svizzera o il Giappone. Mancano infatti diversi elementi che ad oggi ci permettano di scalare posizioni in classifica: allo storico deficit nelle infrastrutture e nei servizi si aggiunge la mancanza di specializzazione nell’offerta. Focalizzare il business sui propri plus è il segreto per crescere non solo come presenze ma anche come ricavi”.