Nonostante i numeri del settore alberghiero negli ultimi due anni siano in ripresa, non sono ancora state raggiunte le stesse presenze del 2019. Si stima che il 2022 segni, infatti, -7% sull’anno pandemico. “Fino ad aprile non si è lavorato” ha dichiarato Alessandro Nucara, direttore generale di Federalberghi, durante la tavola rotonda avvenuta presso Spazio Pelle per la presentazione del nuovo salone InOut|The Contract Community. “Ci vorranno circa dieci anni per ripagare i debiti, è importante tornare ad investire e il connubio tra Federalberghi e Ieg – Italian Exhibition Group permette di spingere il settore”.
Ad impattare sugli alberghi sono anche i costi crescenti degli ultimi mesi. “Si potrebbe dire che – continua Nucara – anche se siamo al 7% sotto il 2019, considerando che alcuni prezzi sono saliti, il fatturato potrebbe raggiungere l’anno pre-pandemia. Purtroppo l’ostacolo sono i costi energetici che sono triplicati. Noi stimiamo che su 21 miliardi di euro fatturati dagli alberghi, circa 3 miliardi e mezzo se ne vadano in bolletta elettrica quest’anno. Al momento non c’è equilibrio costi/ricavi e i margini vengono ‘”mangiati””.
Il sistema d’offerta alberghiero italiano oggi “è il più grande sistema europeo, secondo al mondo per dimensioni, contando circa un milione e 100mila camere” continua il direttore. “Il Belpaese è sempre stato rappresentato dall’identità di ‘impresa famigliare”. Questo in termini di appetibilità verso il mercato rende molto, ma per far quadrare i conti la fatica aumenta perché in certi casi non si hanno abbastanza le spalle larghe per affrontare le difficoltà viste le minori dimensioni”. A questo ha risposto il nuovo ministro del turismo Daniela Santanchè durante un incontro con il direttore Nucara. “Il nuovo ministro – prosegue Nucara – ha dichiarato la volontà di accompagnare gli investimenti per le imprese. Con il bando Pnrr abbiamo visto una grande richiesta, dunque le imprese sono disposte ad investire. E abbiamo un vantaggio: siamo partiti per primi mettendo sul tavolo una notevole serie di progetti di investimento, con nuove strutture e lo sviluppo di nuovi servizi”.
Nucara afferma, inoltre, di aver chiesto al ministro di lavorare su tre cose specifiche: abusivismo, pressione fiscale e risorse umane. “Il mercato è grande, c’è spazio per tutti, ma tutti devono giocare con le stesse regole. La pressione fiscale è un tema di difficoltà per le imprese, che spesso investono su immobili di varie forme e ci vuole un ripensamento in termini di tassazione su queste. Infine l’ultimo elemento su cui ragionare è sicuramente la difficoltà nel portare i giovani a lavorare in questo settore”.