c’è una relazione inversa nelle aziende dell’ospitalità termale: quelle che hanno volumi di fatturato superiori nel 2021 compaiono tra le ultime nel ranking per ebitda margin. in ogni caso il 2021 è stato un anno di crescita, anche se per molti ancora lontano dal 2019.
Ripresa dell’attività nel 2021 per il comparto dell’ospitalità termale, che l’anno precedente aveva chiuso i bilanci con cali a doppia cifra. Il ranking per fatturato 2021 elaborato da Pambianco mostra infatti tutti segni ‘più’ davanti ai dati depositati in Camera di Commercio o raccolti da Pambianco Hotellerie direttamente dalle società. Il campione comprende sia aziende termali pubbliche sia gruppi privati dell’ospitalità con alberghi e impianti dotati di acqua termale. QC Terme rientra nell’analisi in quanto cinque strutture della catena sono alimentate con acqua minerale per la balneoterapia termale, e precisamente Bagni Vecchi e Bagni Nuovi di Bormio, San Pellegrino, Dolomiti e Pré San Didier. Il gruppo fondato dai fratelli Andrea e Saverio Quadrio Curzio rimane, anche nel 2021, in pole position nella top ten con un fatturato di 54 milioni di euro, in crescita del 48% sul 2020. Il podio si completa con Terme e Grandi Alberghi Sirmione in seconda posizione, a 27 milioni (+58%) e in terza si trova Ihc Italian Hospitality Collection a 26 milioni (+66%), che comprende le terme toscane di Fonteverde, Bagni di Pisa e Grotta Giusti.
QUESTIONI DI REDDITIVITA’
Analizzando le due infografiche pubblicate in queste pagine, è evidente come i gruppi con maggiori dimensioni a livello di fatturato non compaiono nella top 5 dei primi player termali per ebitda margin, indice che calcola la percentuale della gestione operativa sul fatturato. Il primo per redditività nel 2021 è Hotel Adler Thermae che ha un margine operativo lordo del 40%, mentre in termini di fatturato il gruppo si posiziona a livello intermedio, essendo il quinto della top ten. Segue nel ranking per ebitda margin Hotel Terme Mioni Pezzato Prima (35%), che è addirittura nell’ultima posizione della classifica per fatturato, mentre Aquardens conquista il terzo livello con margine operativo lordo al 33%, e si situa in nona posizione nella top ten dei ricavi 2021. Hotel Terme Merano è al quarto posto per redditività (28%) e all’ottavo per turnover, e Terme di Saturnia al quinto ‘scalino’ della classifica per ebitda margin (28%) e al sesto di quella per fatturato. Le ragioni di questa disparità sono molteplici e possono riguardare lavori di ristrutturazione che sono stati portati avanti soprattutto dalle grandi strutture andando a pesare sulle spese, mentre penalizzate risultano anche le realtà a partecipazione pubblica che spesso hanno spese aggiuntive per assunzione di personale, pubblicità e promozione del territorio. I grandi gruppi hanno anche costi fissi elevati, come spiega Francesco Varni, CEO & Chief of corporate activities and development di QC Terme: “Per circa sei mesi nel 2021 siamo stati chiusi, ed avendo costi fissi consistenti e soprattutto spese dell’headquarter significative, se queste si ammortizzano solo su sei mesi di attività si riduce l’indice di redditività. Nel 2022, aumenteremo significativamente fatturato e marginalità e puntiamo a superare i numeri del 2019, chiuso con ricavi a poco meno di 90 milioni di euro”. Il manager aggiunge che le realtà che hanno sviluppato una migliore redditività nel 2021 sono soprattutto ‘single player’, i quali, rispetto alle catene, riescono con più facilità a ridurre i costi nei periodi di chiusura dell’attività.
NON SOLO TERME
Tornando alla top ten dei ricavi, si evidenziano altre due chiavi di lettura. La prima è che i fatturati 2021 crescono a due e anche a tre cifre sull’anno precedente, eppure la maggior parte di questi è ancora lontana dai risultati del 2019. Le uniche eccezioni nel ranking sono quelle di Hotel Adler Thermae che supera con oltre 19 milioni di euro il fatturato 2019 (18 milioni), di Terme di Saturnia che genera quasi 19 milioni nel 2021 contro 17 milioni nel 2019 e infine di Acqua e Terme Fiuggi che ha totalizzato 18 milioni l’anno scorso contro i 17 del pre-pandemia. La seconda deduzione che emerge dalla top ten è che i volumi crescono soprattutto nelle realtà che differenziano l’offerta, cioè non solo trattamenti termali ma anche una serie di servizi di ospitalità. Lo rimarca anche Massimo Caputi, presidente di Federterme: “Il 2021 è stato un anno di moderata ripresa dell’attività, spinta soprattutto dal periodo estivo, che è andato molto bene, e poi penalizzata verso la fine dell’anno con le chiusure e la paura della diffusione del virus. Le aziende che hanno fatturato di più sono comunque quelle che offrono una molteplicità di servizi oltre a quelli termali, cioè ospitalità, fitness, wellness, ristorazione, proposte sul territorio; certo la drammatica impennata dell’energia sta creando serissimi problemi“. Caputi aggiunge anche che il Pnrr si rivela un’opportunità di rilancio del termalismo, in un’ottica di integrazione. Infatti il sistema termale italiano è fortemente frazionato, con 326 concessioni termali di cui circa 300 in esercizio, a fronte di un sistema europeo che va verso le aggregazioni. “Il tema della dimensione – spiega il presidente di Federterme – è molto importante per competere a livello europeo. Sarebbe opportuno per il sistema termale italiano avere una piattaforma unitaria con un sistema di aggregazione”.
Tornando all’andamento del 2021, va rilevato che l’anno scorso è stato lanciato il bonus terme, stanziato dal Mise, che ha messo un po’ di carburante nei motori del comparto termale italiano, e per il quale l’intervento del Governo è stato di 53 milioni di euro. Il bonus ha ricevuto il plauso di associazioni e aziende, anche se, nei dettagli, ha sollevato diverse critiche. Un’altra considerazione sul 2021 viene dal direttore generale di Terme di Saturnia Antonello Del Regno: “In seguito all’emergenza sanitaria, i cittadini sono molto più orientati a prendersi cura del proprio corpo e dello stato di salute. Già dalla primavera dello scorso anno, abbiamo avuto molte richieste e soggiorni, ma l’exploit è stato nei mesi estivi. Lo scorso agosto abbiamo avuto un tasso di occupazione del 90%, superiore a quello registrato nel 2019, e la buona performance è continuata anche mesi dopo. Infatti a novembre abbiamo avuto un’occupazione superiore al 78 per cento”.