Le città d’arte italiane, come altre mete cult mondiali, hanno vissuto la ‘gelata’ del Covid come un’occasione per ritarare il rapporto tra ospiti e comunità. Tra ‘numero chiuso’ e grandi eventi, si punta a un turismo ad alto valore aggiunto.
Venezia e Firenze, Santorini, Salisburgo e Copenaghen, ma anche le città principali dell’Islanda e della Nuova Zelanda. Prima del Covid il fenomeno dell’overtourism – monitorato da Unwto da pochi anni – colpiva città d’arte italiane e mete turistiche nel mondo, con un impatto negativo sulle comunità locali a causa dello stravolgimento dei ritmi di vita vita. Dopo la ‘gelata’ pandemica, oggi il tema torna caldo e le città italiane più gettonate dai turisti internazionali sembrano aver orientato le proprie azioni verso una qualificazione delle presenze. E se Venezia, dove lo stress è tornato insostenibile, ha deciso di limitare gli accessi, altre città italiane sono concentrate sulla costruzione di un’offerta che risulti selettiva a monte.
VENEZIA CITTÀ (QUASI) APERTA
Parlando della ‘perla’ lagunare, è stato predisposto dal 2023 un limite agli accessi, ma prima si cerca di educare il turista per gestire i flussi e alzare l’asticella. Il Covid è stato però un importante spartiacque. “La città ha sofferto molto per due anni – rimarca l’assessore al turismo Simone Venturini – ma è stata un’occasione per un riposizionamento comunicativo. Abbiamo lavorato per attrarre eventi di qualità, raccontando Venezia come città dell’esclusività, dell’arte, della bellezza e della lentezza. La ripartenza si è contraddistinta per un turismo di qualità tutto l’anno”. Il Comune non ha dati recenti, ma “chiamando qualsiasi albergo 4 o 5 stelle si può avere conferma del sold-out tra ottobre e novembre, quando prima calavano già le prenotazioni”, chiosa l’assessore. E aggiunge che “mentre altre destinazioni hanno abbassato molto i prezzi, Venezia ha lavorato su eventi esclusivi come le sfilate di alta moda a San Marco e l’evento ‘Homo Faber’ sull’artigianato del lusso. In aprile La Biennale ha aperto la stagione dei vernissage d’arte. E poi è stato un crescendo tra l’estate e la Biennale Cinema. Il 2022 è un anno d’oro in termini di turismo iper qualificato”. E dopo il Covid, la durata media del soggiorno a Venezia si è allungata da 2,3 a 2,9 giorni.
Ricordando che il “problema” di Venezia è legato ai flussi giornalieri mordi-e-fuggi, spesso con gruppi organizzati, Venturini afferma che “chi pernotta in città ha abitudini e ritmi analoghi ai residenti, quindi è una presenza più compatibile”. E rispetto ai b&b selvaggi e onnipervasivi di cui si parla da anni, l’amministratore raccomanda di non generalizzare, “perché ci sono b&b di charme e hotel che la mancanza di investimenti hanno reso inadeguati. Certo, l’alberghiero di alto profilo catalizza un turismo qualificato che porta valore in città”.
La vera sfida è dunque il controllo dei flussi giornalieri, che il Comune ha deciso di affrontare introducendo dall’estate 2023 un contributo d’accesso e l’obbligo di prenotazione. “Questo non significa che cerchiamo solo il turismo di lusso – specifica Venturini – perché Venezia è e sarà sempre una città aperta. A noi interessa l’approccio con l’ospite, che sarà il benvenuto purché venga per scoprire la città, entrare in relazione con essa, anziché ‘consumarla’ per tre ore e poi scappare”. Ecco le prenotazioni per entrare in laguna, che servono per stressare meno chi vive la città, ospiti inclusi, oltre alla tecnologia che supporta il crowd management.
Rispetto alla fascia più alta, in questo momento molti grandi alberghi sono oggetto di investimenti per il rilancio e per l’assessore “questo dimostra che la città ha creato valore aggiunto”. Anche il crocierismo di fascia alta va spinto: “le grandi navi sono già bandite dalla laguna – ricorda – mentre imbarcazioni più piccole fanno una sosta più prolungata, di qualità”.
FIRENZE ‘ALLARGA’ IL CENTRO
Arrivando a Firenze, l’estate 2022 ha portato un netto aumento di presenze turistiche, poco sotto i livelli pre-Covid. “Non vogliamo parlare di overtourism – specifica Alessia Bettini, vicesindaca e assessora al turismo – ma piuttosto di una gestione virtuosa e sostenibile dei flussi che spesso si concentrano nel centro storico, mentre la sfida è far conoscere la ricchezza di una città di oltre 100 chilometri quadrati e di un territorio di 18 comuni che ha esperienze uniche da offrire. Migliorare le strategie di delocalizzazione e destagionalizzazione significa anche migliorare l’esperienza di visita, comunicare attraverso uno storytelling differente ciò che Firenze e il suo territorio hanno da offrire, aumentare la permanenza media, suggerire percorsi e itinerari alternativi”. Ecco l’app FeelFlorence, che consente di personalizzare la visita con informazioni in tempo reale sull’affollamento.
Il Comune di Firenze intende confrontarsi col Governo sulla proposta di legge “salva centri storici” lanciata dal sindaco Dario Nardella. “Si punta a regolamentare gli affitti brevi come in altre città europee – spiega l’assessora – tutelare il commercio tradizionale e l’artigianato, stimolare il recupero di immobili degradati. Una dislocazione ‘diffusa’ degli eventi è una prima risposta, ma anche un’attenzione al turismo esperienziale come i cammini”. Per stimolare nuovi investimenti sulla fascia alta, Firenze punta su cultura e sport. L’estate 2022 ha visto il ritorno del grande tennis e poi ci sono i grandi concerti e gli eventi dell’arte, come la Biennale dell’Antiquariato. La città è anche una delle sedi più richieste per il turismo congressuale. Inoltre, con i 6 milioni di euro assegnati dal Ministero del turismo per valorizzare aree con siti patrimonio Unesco, il Comune punta su promozione digitale e itinerari innovativi o insoliti.
GRANDI EVENTI A ROMA
Anche per Roma la sostenibilità dei flussi non è facile. Per la qualificazione del turismo, l’amministrazione rivendica lo sforzo per riportare grandi eventi internazionali. “Abbiamo promosso una nuova immagine di Roma – afferma l’assessore al turismo Alessandro Onorato – reinterpretando monumenti quali il Colosseo o il Circo Massimo e rendendoli sfondo unico per appuntamenti internazionali. È avvenuto con i mondiali di skate e di beach-volley, la Premier Padel Major, gli europei di nuoto, la Formula E, gli Internazionali di tennis e l’equitazione mondiale”. L’impatto economico è immediato, “le prenotazioni alberghiere aumentano in media del 20%, con picchi di tutto esaurito”. Più che di overtourism, Onorato indica nel passato di Roma un turismo “casuale”, non pianificato e punta sul progetto “Roma Smart Tourism”, finanziato con 12 milioni dal Pnrr. “Rivoluzioneremo l’esperienza del visitatore a Roma – annuncia – mettendo a disposizione un assistente virtuale in grado di interagire per pianificare il viaggio. L’intelligenza artificiale in tempo reale potrà evitare affollamenti davanti ai monumenti, modificando on-time l’ordine delle tappe e suggerendo itinerari alternativi”. Il focus è sul turismo altospendente, che si cerca di attirare con eventi mirati. “Un esempio su tutti, la Ryder Cup di golf nell’autunno del 2023 – anticipa l’assessore – che porta un indotto importante, mentre sui grandi concerti quest’anno Roma è tornata prima in Italia e nel 2023 il calendario sarà più ricco”.
All’orizzonte ci sono due momenti cruciali: il Giubileo 2025, per il quale sono attesi milioni di pellegrini, e l’Expo 2030 per il quale la giunta Gualtieri sostiene la candidatura.
Il Comune rivendica anche l’opera di stimolo per nuovi alberghi luxury. “Oggi Roma ha un terzo delle stanze 5 stelle lusso rispetto a Milano – chiosa Onorato – ma fra tre anni avremo una disponibilità del 30% in più e fra 5 anni riusciremo addirittura a raddoppiare”.