Le soluzioni dei progettisti per abbassare i consumi in hotel puntano sulla sostituzione di impianti ma anche su personalizzazione, premi, domotica e comunicazione ai clienti.
Alla fine del 2021, senza immaginare l’arrivo di un evento dirompente per il fabbisogno energetico anche dell’hotellerie come è stato l’invasione dell’Ucraina, World Tourism Organization aveva divulgato un documento dedicato alle best practice da promuovere per un turismo meno energivoro. Intitolato “Recommendations for the Transition to a Green Travel and Tourism Economy”, aveva per riferimenti anche i dati di ‘Consumption and Environment’, rapporto della Commissione Europea che, vivisezionando i consumi dei principali settori economici del continente, mostrava come il turismo fosse al quarto posto per fabbisogno energetico. E oggi che i numeri definitivi degli aumenti in bolletta ancora non ci sono, secondo uno studio pubblicato in agosto da Confesercenti, a causa della situazione mondiale le piccole imprese di turismo e terziario si troveranno a pagare nei prossimi 12 mesi una maxi-bolletta da 11 miliardi di euro, circa 8 miliardi in più rispetto ai 12 mesi precedenti. A pagare la bolletta più salata saranno le imprese della ristorazione, che si troveranno a spendere, a parità di consumi, quasi 2 miliardi di euro in più. Di grande rilevanza però anche l’impatto sull’ospitalità alberghiera: per gli hotel l’esborso aggiuntivo sarà di oltre 1,5 miliardi di euro. Senza contare che i rincari delle bollette avranno un effetto negativo anche sui consumi, spingendo le famiglie a ridistribuire i loro budget, in un quadro condizionato dall’aumento delle spese. Servono di certo sostegni strutturali, tanto che il nuovo governo ha messo in cima alla sua agenda proprio la questione energetica, ma sono molto utili anche idee e strategie da mettere in pratica direttamente in albergo, progettuali e strutturali. Da tempo infatti la sostenibilità, tematica strettamente legata alla questione del risparmio energetico, è declinata dagli architetti sia nella progettazione di hotel nuovi che nella ristrutturazione di alberghi datati.
Analizzare costi e benefici
Architetto milanese fondatore dell’omonimo studio, Vittorio Grassi è professore alla Scuola Master del Dipartimento di Ingegneria Strutturale del Politecnico di Milano: “Oggi in albergo – spiega il progettista che ha realizzato, in collaborazione con l’architetto Alvaro Sans, il restyling del Meliá Milano – il consumo energetico è un valore direttamente proporzionale al livello di comfort che si vuole proporre all’ospite. Per avere un’accoglienza dal massimo livello però non si deve per forza ricorrere al massimo esborso di energia. Quello del ‘comfort adattivo’ è ad esempio un tema molto interessate. Si parte cioè dal presupposto che, per questioni di cultura e provenienza dei clienti – se un turista italiano il condizionatore d’estate lo posiziona su 25°C, quello americano lo mette sui 18°C – è impossibile soddisfare le esigenze di tutti impostando criteri di consumo energetico costante o temperature predefinite. Non importa quante stelle abbia l’albergo e quali impianti all’avanguardia utilizzi: alla base del consumo ci sono scelte dell’ospite che seguono i suoi gusti e criteri psicologici. Dare a lui allora la possibilità di ‘adattare’ alle sue esigenze le condizioni ambientali della camera, quelle legate a riscaldamento e raffrescamento o illuminazione, permette di avere un risparmio energetico maggiore. Soprattutto se accanto a questo approccio si abbina un programma di sensibilizzazione dell’utilizzo, magari mettendo una premialità su chi consuma meno: se uso energia in modo più sostenibile ottengo uno sconto”. Ai suggerimenti che si rivolgono al comportamento individuale però, secondo l’architetto Grassi, si possono abbinare delle soluzioni progettuali sia in fase di costruzione che di ristrutturazione. “Nel progetto per il Meliá Milano – racconta – abbiamo utilizzato sanitari di ultima generazione: sono realizzati con materiali chimicamente studiati per essere meno attaccabili dai batteri e quindi per essere più facilmente pulibili. Questo garantisce un contenimento sia nell’uso dei prodotti detergenti sia nel tempo di lavoro: un risparmio che può compensare l’aumento di altri costi. Se visto con l’occhio attento di un progettista qualificato, ogni ambito dell’hotellerie presenta spazi di efficientamento energetico”. Sensibilizzazione e cultura della sostenibilità sono elementi fondamentali anche nella vision di Giulia Delpiano e Corrado Conti, fondatori dello studio di architettura Ovre Design: secondo loro infatti agire sulla brand value di un hotel è utile anche in ottica di risparmio energetico, se fatto con la giusta strategia. “Il primo passo – spiegano – è sempre quello di fare un’analisi strutturale per capire quali sono i costi maggiori per l’albergo e dove intervenire per avere un riscontro migliore. Tenendo presente che in media in un hotel i consumi vanno al 45% per l’illuminazione, al 25% nel raffreddamento, per l’11% in cucina e per il 10% nella ventilazione e ricambio d’aria. Se dal punto di vista tecnico la differenza si fa con l’uso di prodotti performanti, sensibilizzare l’ospite sulla questione è decisivo. Anche grazie al lavoro di noi progettisti che, lavorando come direttori creativi a 360 gradi, possiamo fornire una strategia di storytelling della struttura che permetta di mostrare che le risorse non sono più illimitate. E ancora è possibile usare la domotica per installare sensori di presenza negli ambienti per far si che ogni utilizzo sia strategico e virtuoso”. Il lavoro di Ovre Design si concentra molto sulla definizione di un progetto di ospitalità con target specifici in modo che si possano studiare soluzioni ad hoc in grado di abbassare anche i costi energetici. “Se un albergatore si specializza su un particolare segmento di ospitalità, può progettare i servizi che offrirà anche dal punto di vista dei costi. Se scelgo di essere il top in una nicchia, ad esempio un hotel per sportivi, ottimizzo anche i consumi senza disperdere energie in servizi inutili”.
Condividere il progetto
Architetto e designer, Emanuele Svetti, nel lavorare al progetto di una struttura di ospitalità parte dallo studio di tutte le sfaccettature di un’ambiente complesso, anche dal punto di vista energetico, come è quello di un’azienda alberghiera. “Rendere efficiente un edificio non è mai semplice e nel caso di un hotel il primo step è quello di trovare le aziende giuste per le forniture: una scelta di rendimento e di garanzia. Si può migliorare anche la sostenibilità di una struttura esistente: la massimizzazione dei consumi si ottiene con la sostituzione dei serramenti o delle fonti luminose. Fondamentale è fare interventi mirati in base all’analisi delle prestazioni. Nella parte impiantistica ad esempio posso implementare sistemi domotici che permettono di verificare in tempo reale quali sono i consumi della struttura e in che modo operarvi. Ci sono sensori per le aree comuni che possono autonomamente cambiare scenario di luce o calore in base alla frequentazione e al momento della giornata. Un altro elemento importante da tenere presente è quello ‘geografico’: per creare un progetto energeticamente equilibrato non si può prescindere dal luogo nel quale va inserito, specie in un contesto eterogeneo come è l’Italia”. Lavorare sul ‘dove si è’ ma anche sul racconto del progetto come leva di marketing che vada a impattare sul rapporto costi-benefici è un approccio che trova d’accordo Lorena Alessio, docente universitario e architetto, autrice di progetti anche in Estremo Oriente. “Negli alberghi italiani c’è grande attenzione al valore dell’accoglienza come elemento di forza dell’ospitalità. Oggi ogni struttura deve far capire agli ospiti che cosa utilizza e come lo utilizza, anche dal punto di vista energetico. Raccontare al cliente la storia del progetto e perché si sono fatte certe scelte è fondamentale per condividere la stessa attenzione alla sostenibilità. Se riesco a raccontare l’unicità del mio albergo trasformo la condivisione in uno strumento di marketing potente che fa leva sul desiderio dell’essere in uno spazio unico anche dal punto di vista progettuale”.