Progetto 2024. È denominato così, per ora, il percorso culturale e di innovazione intrapreso dal Museo Egizio di Torino, in vista del suo bicentenario il prossimo anno. I dettagli saranno comunicati più avanti, ma si sa già che il progetto ridisegnerà lo spazio di accesso al museo, la Galleria dei Re, l’ipogeo e il Tempio di Ellesija, per farli diventare luoghi di incontro e condivisione tra digitale e fisico, in un continuum con il territorio.
A questo progetto prenderà parte il gruppo Alpitour, con un piano strategico di quattro anni dal valore di 800mila euro. “Per la prima volta – si legge in una nota del colosso turistico italiano – viene stanziato un investimento così importante per essere parte di un percorso culturale e di cambiamento intrapreso dal Museo Egizio, un progetto di ampio respiro e di restituzione alla città”. Un obiettivo che inquadra il nuovo ruolo del gruppo, come spiega Pier Ezhaya, direttore generale tour operating del gruppo Alpitour: “Noi siamo una corporation, con cinque divisioni e oltre 4.000 dipendenti, l’unica realtà integrata del turismo in Italia. Le grandi aziende oggi non possono più limitarsi a produrre reddito, ma devono essere attente a ciò che accade intorno a loro, contribuire a migliorare la qualità della vita delle persone. Il gruppo Alpitour è in cammino per essere sempre più responsabile, proiettato a diffondere cultura sia attraverso il business tradizionale dei viaggi sia legandosi a realtà che veicolano valori di apertura e scoperta”.
Oltre a partecipare al progetto di rivisitazione dell’allestimento storico-scientifico della Galleria dei Re, Alpitour ha previsto anche delle iniziative per favorire l’inclusione, l’accesso alle visite e alla formazione dei più piccoli. Attività realizzate nello specifico dal brand Francorosso, marchio di tour operating nato nel 1953 a Torino, specializzato sull’Egitto sin dagli anni ’70. Fra luglio e agosto, Francorosso organizzerà “Speciale Estate by Francorosso”, un ciclo di sette appuntamenti gratuiti al Museo Egizio, e anche progetti di “edutainment” insieme al team scientifico e didattico del museo per raccontare le civiltà del passato agli ospiti più piccoli dei suoi SeaClub. Allo studio, infine, una collaborazione sul progetto espositivo “Liberi di imparare”, che prevede in mostra le copie di alcuni reperti del museo, realizzate dai detenuti delle sezioni scolastiche della Casa Circondariale dell’Istituto tecnico “Plana” e del Primo Liceo Artistico, nell’ambito di un progetto didattico realizzato con la Casa Circondariale “Lorusso-Cutugno” e l’Ufficio del Garante dei diritti dei detenuti del Comune di Torino.