Tanti spunti sulla progettazione alberghiera e nuovi concetti di ospitalità sono emersi dall’ultima edizione di Guest Lab, evento dedicato al contract e alla formazione per gli operatori della ricettività organizzato da Teamwork Hospitality, che si è tenuto lo scorso giovedì 4 maggio al Palazzo delle Stelline a Milano.
Tra i vari incontri, durante il talk “L’hotellerie è rosa. Case study di progettazioni al femminile”, si sono succedute designer e architette portando il loro pensiero riguardo alla progettazione e al concetto di ricettività di lusso. Il dibattito, moderato da Laura Verdi, architetto e direttore editoriale di We:ll Magazine, è partito con una domanda d’obbligo, ovvero qual è la peculiarità e le difficoltà di essere donna all’interno di questo settore. Giulia Delpiano, cofounder del team Ovre Design, ha sottolineato che il genere femminile, erroneamente considerato più emotivo e istintivo, è invece molto pragmatico e predisposto alla programmazione: “Non ho avuto difficoltà in quanto donna, piuttosto in quanto giovane. Il pregiudizio in Italia è legato all’età”.
Mariapia Bettiol, CEO di Bettiol Architetture, ha invece osservato che “ha dovuto dimostrare quotidianamente di valere per il ruolo che rappresentava. “In Italia devo far capire agli altri perché sono qui, non è scontato. All’estero invece sono meno ‘ostili’ verso il genere e verso l’età”.
Bettiol ha parlato anche dell’importanza di vivere all’estero, “ti fa andare oltre, ti fa pensare liberamente”. Delpiano ha aggiunto che la sua esperienza in Usa le ha insegnato a progettare con un obiettivo economico più che estetico, mentre “in Italia spesso il progetto è l’autocelebrazione di chi lo pensa, senza tener presente il beneficio in termini di business per il committente”. Sempre riguardo agli Usa, Lorena Alessio, founder di Iaa, ha commentato: “L’America punta sull’efficienza, è vero, ma l’organizzazione del lavoro è estremamente parcellizzata. Il Giappone invece mi ha cambiato la vita. In quella cultura ho trovato una chiave di lettura e tante ispirazioni per il mio lavoro”.
Si è passati quindi al tema ‘lusso’ e Delpiano ha affermato: Il lusso è sempre stato associato alla ricchezza e al possesso dei beni materiali. Oggi il lusso è vivere ciò che manca di più, ad esempio il tempo, ma anche il contatto con la natura. Questo modo di concepire il luxury lo fa essere più democratico, più raggiungibile, in un certo senso indipendente dalla capacità economica delle persone. Il lusso quindi è togliere, non aggiungere. Per questo si cercano forme di ricettività isolate, dove potersi disconnettere dal bombardamento mediatico a cui si è abituati”.