Confindustria Alberghi si pone come ponte tra i player nazionali e internazionali per sostenere le grandi e piccole imprese dell’associazione nel loro percorso di crescita strategica. Lo dichiara la presidente Maria Carmela Colaiacovo.
Maria Carmela Colaiacovo, presidente di Associazione Italiana Confindustria Alberghi (Aica), ha dichiarato gli obiettivi principali dell’associazione a supporto delle grandi e piccole imprese, in occasione del primo Pambianco Hotellerie Summit. Nata dalla fusione tra l’associazione delle catene alberghiere e quella delle strutture indipendenti, Aica rappresenta una comunità di imprese che operano nel settore ricettivo e che hanno in comune il senso di progettualità e osservazione del mercato turistico e dei suoi cambiamenti. Tra i principali obiettivi dell’associazione c’è la volontà di creare connessioni tra le imprese sul territorio italiano e quelle all’estero, per far brillare il Belpaese come meta turistica di successo.
Qual è la visione di Associazione Italiana Confindustria Alberghi?
Noi siamo una comunità di grandi e piccole imprese che hanno una visione di progettualità e che hanno voluto mettersi insieme nel mondo Confindustria. I numeri presentati durante il convegno sono stati chiari: in Italia abbiamo 25mila imprese che hanno una, due e tre stelle, quindi già questo fa capire che la partita sui fatturati si gioca su altri numeri. Il famoso concetto ‘80-20’ torna, come sempre nell’economia, anche nel mondo del turismo. Le associazioni sono fatte dai soci e noi ne abbiamo di molto esigenti: guardano alla progettualità futura, al mercato che cambia, alle opportunità che gli investimenti possono dare. Il problema nasce nel momento in cui i piccoli imprenditori fanno molti sforzi per crescere, ci riescono, ma a quel punto non vengono più supportati. Molte opportunità gli vengono tolte una volta cresciuti. Questo va rivisto con molta attenzione, le nostre imprese crescono grazie a investimenti fatti con progettualità.
Nel settore hospitality c’è anche una parte di real estate importante. Che idea avete su questo?
Abbiamo capito immediatamente, grazie anche al vice presidente dell’associazione Giorgio Palmucci, che dovevamo accompagnare le imprese. Il nostro compito è di essere dei ‘facilitatori’ e siamo vincenti come associazione nel momento in cui le aiutiamo nei loro bisogni. Così abbiamo compreso che dovevamo assolutamente cercare risorse nazionali e internazionali. Insieme a Cdp (Cassa Depositi e Prestiti) e a Ice abbiamo deciso di partecipare all’International Hotel Investment Forum, che ci sta portando soddisfazioni. Qui abbiamo creato link importanti per le imprese italiane per farle conoscere e far si che potessero usufruire di questa opportunità.
Che trend state osservando in termini di investimenti?
Le destinazioni classiche sicuramente continuano ad andare molto bene. Basti pensare che Roma, negli ultimi due anni, ha visto 15 aperture di grandi imprese e di gruppi a livello internazionale, che portano il lusso nella capitale. Un segmento che mi ha stupito per la sua crescita e mi ha fatto riflettere molto è il mondo dei resort, che dal punto di vista internazionale ha attirato molta attenzione. Un altro trend di cui si è parlato molto è anche quello dell’undertourism. Io vengo dall’Umbria e vedo un cambiamento veloce che sta interessando questi territori, oggetto di investimenti importanti. Guardiamo quello che è successo in Puglia, Sicilia o Costiera Amalfitana. L’Italia, è innegabile, sta riscuotendo molto successo.
Come vedete la situazione post Covid? Sicuramente i numeri di quest’anno sono molto interessanti, ma con luci e ombre. Questi dati andranno successivamente letti nei bilanci, perché a volte ci troviamo con dei bei numeri ma poi vanno riguardati attentamente per capire dove si può andare a correggere. I costi energetici nel 2022 sono stati altissimi, hanno sicuramente ‘mangiato’ tanto nei numeri dei nostri bilanci. Vorrei aggiungere che in Italia abbiamo un Pnrr che ha dato al turismo pochissime risorse. La Spagna ha 25 miliardi sul turismo, noi due. Sono dati che fanno effetto. Il turismo ha mosso il Pil del Belpaese lo scorso anno, anche cambiandone le previsioni, ma non è stata capita l’importanza di quest’industria. Abbiamo ancora poco tempo per cambiare le cose e io come presidente di Confindustria Alberghi chiedo in maniera forte che vengano rivisti i numeri del Pnrr, poiché abbiamo poco tempo. Qualcosa va fatto ed è doveroso chiederlo.
È stato presentato qualche disegno di legge riguardo alla classificazione in stelle?
Sicuramente se ne è parlato tanto e se ne sta parlando ancora. Quando si tratta l’argomento ‘stelle’ è importante essere identificati, e a volte nella stella non si crede più. Abbiamo bisogno di brand e riqualificazioni importanti nel Paese, con riconoscimenti che vanno ad essere diversi dalla stella stessa. Noi abbiamo nomi importanti nella nostra associazione e li stiamo ‘stimolando’ nel creare dei brand italiani che possano raccogliere alberghi familiari che, a loro volta, stanno cercando una ‘casa’.