Una promessa che viene dal palco della 73esima Assemblea di Federalberghi che si è svolta lo scorso 13 maggio a Bergamo. L’ha fatta la ministra del Turismo Daniela Santanché: “Il Pnrr ha dato al nostro settore solo 2,4 miliardi di euro, ma sono certa che qualche miliardo in più arriverà. Stiamo rivedendo l’organizzazione dei fondi complessivi del Pnrr, ed è giusto che vadano ‘pensati bene’ perché una parte di questi è a fondo perduto ma un’altra parte è a debito. Oltre a questa revisione, che probabilmente porterà qualcosa in più al turismo, altre risorse arriveranno dai 50 miliardi del fondo di coesione e sviluppo, di cui una parte sarà devoluta al nostro settore”.
La ministra ha iniziato il suo intervento ribadendo la linea politica del Governo rispetto al tema cruciale del lavoro, che è stato sollevato da Bernabò Bocca e anche da Brunello Cucinelli durante l’assemblea: “Non siamo d’accordo sul salario minimo. L’unico modo per aumentare i salari è tagliare le tasse sul lavoro. Nella legge di bilancio molte risorse sono andate per il caro bollette, ma siamo riusciti a introdurre una riduzione fiscale per i redditi fino a 35mila euro e la possibilità, per chi assume un under 35, di avere il 100% di decontribuzione. Comunque, l’obiettivo è arrivare ad almeno cinque punti di taglio del cuneo fiscale”.
Santanché ha proseguito dicendo che, per la prima volta, quest’anno l’Italia cresce più degli altri Paesi europei, e che il 2023, per i flussi turistici, sarà l’anno del sorpasso rispetto al 2019. “Abbiamo il terzo marchio al mondo, il ‘made in Italy’, eppure all’estero non conoscono le nostre regioni e città, a parte le più rinomate. Bisogna fare allora un grande lavoro sulla promozione, e anche sulle strutture. In Germania ad esempio il cicloturismo fattura 20 miliardi di euro, in Italia cinque miliardi. E per fare un altro esempio, in Francia il turista spende quasi il doppio di quello che spende in Italia”.
Altro tema cruciale, gli affitti brevi: “Senza criminalizzare, c’è bisogno di una regolamentazione. Questo tema va anche contestualizzato: in italia abbiamo 5.600 borghi, dove è importante che ci siano case private che mettano a disposizione stanze per accogliere i turisti. Diverso è il discorso nelle città metropolitane, dove il crescente numero degli affitti brevi sta creando problemi. La nostra azione in merito va verso la creazione di un codice identificativo (Cin), di una piattaforma nazionale e anche di un limite ai pernottamenti, che per gli affitti brevi dovrebbe essere superiore a tre notti, anche se quest’ultimo punto difficilmente verrà accolto. Porteremo avanti queste proposte con un disegno di legge entro i primi di giugno, non attraverso un decreto legge perché sarebbe una forzatura”.