La strategia di Blu Hotels negli ultimi anni si è focalizzata sulla qualità delle strutture. investimento che ha portato i suoi frutti facendo raggiungere al gruppo un incremento di fatturato del 20% nei primi tre mesi del 2023.
A trent’anni dalla sua costituzione, Blu Hotels conta oggi oltre 30 strutture ricettive a 4 stelle e 4 stelle superior in diverse località di mare, montagna e lago. Gli alberghi business sono solo due, a Milano e a Brescia, poiché il focus principale del gruppo è sul leisure. Le strategie di crescita adottate negli ultimi anni hanno portato Blu Hotels a concentrarsi sul valore e sulla qualità delle strutture, piuttosto che sulla quantità. Nicola Risatti, presidente e AD della compagnia alberghiera, in occasione del primo Pambianco Hotellerie Summit ha raccontato la storia del gruppo dalle sue origini.
Gli ospiti sono prevalentemente italiani o stranieri?
Essendo nati sul Lago di Garda, che è territorio di turisti tedeschi, fino allo scoppio della pandemia avevamo circa il 50% di clientela straniera. I dati del 2022, invece, hanno registrato il 67% di clientela italiana. Questo segna un maggiore desiderio da parte degli abitanti del Belpaese di fare le vacanze in Italia e noi siamo molto soddisfatti, anzi cercheremo di mantenere sempre questo equilibrio.
La vostra strategia inizialmente puntava sulla crescita numerica degli alberghi, ora sulla ricerca della qualità, è corretto?
Sì, abbiamo iniziato il progetto 30 anni fa io e mio cugino. Nostro nonno fu uno dei primi precursori del turismo sul Lago di Garda, ma noi volevamo seguire un business diverso puntando alle grandi catene. Quindi, nei primi 15 anni di attività abbiamo perseguito un piano di crescita numerica arrivando a 30 hotel con 3.500 camere. Nei 10 anni successivi ci siamo focalizzati sul miglioramento dell’organizzazione e sul rafforzamento delle strutture. Infine, negli ultimi cinque anni abbiamo acquistato un terzo hotel (inizialmente i nostri hotel erano tutti in affitto) attraverso una operazione importante con Cassa Depositi e Prestiti (Cdp). Abbiamo rinnovato i contratti, rendendoli a lungo termine, e abbiamo sfruttato i mesi di pandemia per ristrutturare gli alberghi. Questi importanti investimenti ci hanno permesso di crescere molto e di alzare le tariffe dei soggiorni e la qualità. Nonostante un calo della percentuale di occupazione, i ricavi sono stati rilevanti. Infatti, nel primo trimestre del 2023, i dati sono soddisfacenti.
Lo scorso anno avete raggiunto 73 mln di euro di ricavi, puntate ai 100 mln nel 2023?
Non credo raggiungeremo questo risultato, ma ipotizziamo di registrare tra il 10% e il 15% di aumento. Del resto, i primi tre mesi di quest’anno ci hanno già portato a un incremento del 20% di fatturato. Anche se il tasso di occupazione è diminuito, l’Adr è aumentato del 30% in seguito al rinnovamento delle strutture portato avanti durante la pandemia.
Oggi qual è la vostra quota di distribuzione diretta?
Le online travel agency (Ota) e i tour operator oggi contano il 50% delle prenotazioni. Ci rendiamo conto che gli stranieri fanno fatica ad utilizzare il canale diretto, perché, ad esempio, affidandosi a tour operator hanno una maggiore garanzia di controllo dell’intero percorso di viaggio. A tal proposito stiamo investendo molto sul miglioramento del nostro sito web per cercare di ‘saltare’ questi intermediari, dando ai nostri ospiti stranieri una maggiore sicurezza anche per i pagamenti. Ci piacerebbe arrivare ad utilizzare, almeno per l’80%, i canali diretti.
Tornando all’operazione con Cdp, di cosa si è trattato nello specifico?
Abbiamo realizzato un’operazione a tre mani, insieme a Cdp e a imprenditori locali. Avevamo in affitto una delle strutture più grandi nel Salento, il ‘Blu Salento Village’ di proprietà di questi imprenditori, che hanno venduto l’immobile a Cdp. A quel punto abbiamo fatto il contratto di locazione con Cassa Depositi e Prestiti per 30 anni. È stata un’operazione importante sia per gli imprenditori locali, che hanno avuto finanza per seguire altri deal, sia per noi che abbiamo ottenuto stabilità su una struttura importante. Questa, infatti, è la più grande in azienda e quella che genera più fatturato e marginalità.
Quali obiettivi avete sullo sviluppo futuro del gruppo? Puntate all’Italia o all’estero?
Siamo concentrati sull’Italia. Per un periodo eravamo in Austria, poi abbiamo lasciato il Paese perché abbiamo deciso di focalizzarci sulla Penisola, che ha un potenziale enorme. Cerchiamo di avere una ‘stabilità’ di fatturato durante tutto l’anno. Avendo strutture sia in mare che in montagna, possiamo coprire tutte le stagioni, concentrandoci sempre sul leisure.
State guardando altre strutture con Cdp o con altri operatori finanziari?
Sì abbiamo altre operazioni in pipeline, ma niente di certo. Avendo capitale interamente proprio, non abbiamo esigenze particolari. L’azienda sta bene, siamo usciti ‘forti’ dal Covid. Cerchiamo sempre di crescere, avere una clientela il più ‘diretta’ possibile e migliorare il prodotto, anche se non è facile in questo momento per le difficoltà che conosciamo tutti, ad esempio il reperimento del personale.
Nel 2023 pensate di avere meno difficoltà nella ricerca delle risorse umane?
Credo di sì, ma il miglioramento deve partire dalla testa di noi imprenditori. Penso che molti operatori non abbiamo dato il giusto valore e la giusta importanza alle risorse umane. Dobbiamo dare più rilevanza a questi ragazzi e capire i sacrifici che fanno per il lavoro.