Sono superiori a 57 miliardi di euro i consumi turistici realizzati nel 2022 nei primi 500 comuni italiani a vocazione turistica, di cui l’88% (50,3 miliardi) relativi a presenze ufficiali e il 12% (6,8 miliardi) relativi a presenze “non osservate”. I pernottamenti non rilevati, che rappresentano il 23,6% dei flussi turistici, generano solo l’11,9% dei consumi e, di conseguenza, un’analoga percentuale nella creazione di ricchezza e di occupazione. Sono questi i principali risultati di un rapporto realizzato da Sociometrica in collaborazione con Cfmt (Centro di Formazione Management del Terziario) e presentato in occasione della 73a Assemblea di Federalberghi, che si è svolta lo scorso 13 maggio a Bergamo.
Lo studio mette a confronto due modelli: il primo è fondato sull’ospitalità alberghiera, il secondo sulla commercializzazione delle case, con la modalità
dei cosiddetti affitti brevi. Secondo le stime di Sociometrica, l’economia generata dalle presenze ufficiali copre un valore complessivo che riesce a finanziare oltre un milione di occupati, mentre l’economia fondata sulle presenze non registrate genera appena 137 mila posti di lavoro. Il maggior contributo che gli alberghi apportano alla crescita dell’occupazione è determinato dalla presenza di un’organizzazione aziendale complessa, con figure professionali di varia specializzazione, mentre nel caso degli affitti brevi, le operazioni si limitano alla consegna delle chiavi, alla pulizia finale delle camere e alla manutenzione
ordinaria.