Non è ancora tornata al livello del 2019, quando aveva ospitato 550 eventi congressuali, ma con i 520 meeting organizzati lungo la Penisola nel 2022 l’Italia ritorna al centro del mercato Mice mondiale. Lo raccontano i dati dell’Icca Country and City Rankings 2022, la classifica annuale che l’International Congress and Convention Association è tornato a compilare dopo un’assenza di due anni. Se allora, prima della pandemia, l’Italia era al quinto posto al mondo con 550 appuntamenti congressuali, per il 2022 i risultati sono inferiori per numero di eventi (520) ma permettono al Bel Paese di guadagnare due posti nella classifica mondiale. L’anno scorso l’Italia è stata infatti terza (e seconda a livello europeo) battuta solamente da due ‘giganti’ del mercato Mice come Usa (690 congressi nel 2022) e Spagna (528, appena 8 più dell’Italia). Dal punto di vista metodologico, va sottolineato che il team di ricerca dell’Icca ha, per il 2022, identificato 10.500 riunioni, solo 9mila delle quali sono state contate perché si sono svolte in presenza e non in modalità ibrida.
Ad aiutare le prestazioni del mercato Mice italiano, spiega ancora l’Icca Country and City Rankings 2022, sono state le performance delle grandi città della Penisola attive nel congressuale: tutte infatti sono invariabilmente salite di posizione rispetto ai dati del 2019. Al 14esimo posto della classifica mondiale 2022 troviamo Roma (che era 18esima nel 2019) con 79 eventi, seguita da Milano al 18esimo posto (32esima nel 2019) con 66; Bologna è salita al 35esimo posto rispetto al livello 110 del 2019 e Firenze raggiunge il 60esimo posto dall’88esimo. “Gli ottimi dati sulla ripresa dei viaggi d’affari sono una splendida notizia – ha commentato il ministro del Turismo Daniela Santanchè – perché sono numeri che, oltre a far bene all’economia supportano il comparto a favorire strategie di destagionalizzazione dei flussi turistici portando anche benefici per le economie locali. Il congressuale infatti contribuisce ad aumentare la durata dei soggiorni e della spesa, oltre a dare la possibilità di conoscere meglio i territori, i prodotti tipici e le tradizioni, che sono i punti di forza del nostro made in Italy. Bene che Roma sia entrata nella top 15, ma dobbiamo fare di più: la mia ambizione non è solo che la Capitale scali la classifica ma che Milano, Genova e Torino, rientrino stabilmente tra le prima 50 città congressuali al mondo”.