Le prenotazioni registrate al 31 maggio dagli associati Astoi (realtà che rappresenta oltre il 90% del mercato del tour operating italiano) evidenziano un incremento dei ricavi dell’11% rispetto alla rilevazione alla stessa data della stagione estiva 2019 a fronte di un calo del 4% dei passeggeri. La distonia del dato va letta nel quadro dell’aumento dei costi medi generato dall’inflazione.
Oltre a questi risultati, l’Osservatorio Astoi Confindustria Viaggi ha evidenziato le destinazioni preferite dagli italiani: la crescita più alta, in termini di ricavi, è rappresentata dall’Egitto che registra un +46% sul 2019, mentre la Tunisia ha triplicato i volumi rispetto all’ultimo anno pre-pandemico.
Anche l’Italia si riconferma come meta prediletta dagli italiani e registra un incremento superiore al 6% rispetto all’estate 2019; da sottolineare che non si tratta del solo prodotto club e villaggi a crescere ma anche del cosiddetto ‘prodotto generalista’, che comprende alberghi, residence e aparthotel; questa inversione di tendenza è da leggere come una maggior propensione dei consumatori, che prima della pandemia prenotavano direttamente disintermediando, ad affidarsi al turismo organizzato. Le regioni protagoniste dell’estate con i tour operator sono Sardegna, Sicilia e Puglia
La durata dei soggiorni ‘mainstream’ si aggira attorno ai 7,9 giorni, in leggera crescita sul 2019, mentre quelli ‘tailor made’ scendono a 12,6 giorni rispetto ai 13,4 del 2019. Il numero medio di passeggeri per pratica è di 2,8, indicatore dell’interesse delle famiglie a prenotare attraverso il sistema del turismo organizzato.
Si evidenzia la tendenza a prenotare viaggi e vacanze con partenze nei mesi di ‘spalla’ dell’alta stagione: +15,6% in maggio, +15,8% in settembre con ottime vendite anche in ottobre, dato positivo in quanto indica nettamente un allungamento della stagione estiva. La durata dei soggiorni in questi mesi è mediamente più bassa rispetto a quelli di alta stagione mentre il numero medio di passeggeri per pratica è invece analogo.
Connesso all’imprevedibilità degli eventi, il ricorso ad assicurazioni facoltative integrative continua ad essere molto elevato; tre pratiche su quattro le comprendono. Le persone aumentano i massimali, soprattutto si proteggono se il viaggio è verso Paesi nei quali le cure sanitarie sono molto costose, come Stati Uniti ed Egitto, ad esempio, ma crescono anche assicurazioni particolari come le polizze per gli animali da portare in viaggio. I tour operator stanno adattando premi e coperture in funzione delle situazioni contingenti, con attenzione anche alle logiche di cancellazione che hanno subìto vari cambiamenti nel corso del triennio.
“I nostri dati – commenta Pier Ezhaya, presidente Astoi Confindustria Viaggi – ratificano che ben oltre il 75% dei nostri obiettivi di budget e delle nostre capacità aeree ed alberghiere sono già sature. Questo perché il nostro segmento di offerta si rivolge meno a chi ricerca solo il prezzo più basso e più a chi considera la vacanza un bene primario da scegliere per tempo e da consegnare in mani più sicure, appunto quelle dei tour operator”.