In Italia, nel 2022, sono stati realizzati quasi 304mila tra congressi ed eventi business, in aumento del 251% rispetto al 2021. I partecipanti sono stati più di 21 milioni e le presenze 31 milioni e 700mila, in crescita rispettivamente del 363% e del 366% sul 2021. Numeri che confermano come, lo scorso anno, il turismo congressuale abbia recuperato oltre il 70% degli eventi fatti nel 2019, ultimo anno pre pandemia. Una massiccia ripresa che, avvenuta nonostante il perdurare nel primo trimestre 2022 delle restrizioni pandemiche e un contesto geopolitico complicato, conferma quanto il Mice resti, per il mondo del turismo italiano, un grande elemento di sviluppo. Lo raccontano i risultati dall’Osservatorio Italiano dei Congressi e degli Eventi, ricerca promossa dall’associazione Federcongressi&eventi e realizzata dall’Alta Scuola di Economia e Relazioni Internazionali dell’Università Cattolica.
Lo studio si spinge ad analizzare il 2023, spiegando che il positivo andamento del settore nei primi 6 mesi dell’anno in corso, unito alle altrettante buone indicazioni sugli eventi del secondo semestre, fanno prevedere che nel 2023 sarà recuperato il gap rispetto al 2019 o addirittura superato il livello di eventi registrato prima della pandemia. Interessanti in questo senso anche le prospettive sull’andamento del fatturato: oltre la metà delle sedi, il 53%, prevede nel 2023 un aumento rispetto al 2022. “I segnali del mercato sono molto positivi – spiega la presidente di Federcongressi&eventi Gabriella Gentile – ma questo non ci impedisce di essere consapevoli di quanto il momento storico sia complesso, evidenziando comunque la capacità del Mice italiano di essere resiliente e proattivo. Per favorire la crescita della meeting industry la nostra associazione continua la sua missione di supporto concreto agli operatori affinché lo sviluppo delle singole imprese coincida sempre più con quello dell’intero comparto”.
Parlando invece della tipologia degli eventi, continua la ricerca, più della metà (53%) di quelli organizzati nel 2022 sono stati commissionati da aziende e multinazionali. Per quanto riguarda poi le sedi nelle quali tutti gli eventi congressuali italiani vengono volti, gli alberghi congressuali si confermano la tipologia più utilizzata, avendo infatti concentrato oltre il 77% degli eventi totali. Di contro i centri congressi e le sedi fieristico congressuali che hanno ospitato poco più del 3% degli eventi, mentre le dimore storiche non alberghiere – abbazie, castelli, antiche locande e casali, palazzi storici e ville – ne hanno organizzato il 2,5% (la restante percentuale è andata in scena tra luoghi istituzionali e spazi non convenzionali, ndr). “La tipologia delle sedi più utilizzate – conclude Gentile – appare direttamente collegata con la tipologia degli eventi più realizzata, cioè quelli aziendali. Gli alberghi infatti sono le location che rispondono in maniera più specifica alle esigenze di chi organizza meeting, corsi di formazione e convention”.