Una norma che è anche un assist per il mondo dell’hotellerie a 5 stelle, ma che proprio per questo ha fatto molto discutere, sull’isola e non solo. È la risoluzione che fa parte del cosiddetto ‘Collegato alla nuova legge finanziaria regionale’ e che due settimane fa era entrata nel pacchetto delle norme: per essere operativa però doveva aspettare l’approvazione della finanziaria stessa, avvenuta finalmente due giorni fa. C’è così il via libera a un regolamento urbanistico regionale che consente ai Comuni di recuperare il 25% della capacità volumetrica a suo tempo ‘congelata’ dalla vecchia norma ‘salvacoste’. Volumetrie che però dovranno essere destinate esclusivamente alla realizzazione di nuovi alberghi a 5 stelle o superiori purché localizzati oltre la fascia dei 300 metri dal mare, ridotta a 150 metri sul territorio delle isole sarde minori.
In sostanza, la norma permette a tutti i Comuni che hanno raggiunto il 50% di volumetrie – secondo quanto era stato stabilito appunto dalla ‘salvacoste’ – di poter programmare il 25% del restante 50 per cento fino a oggi inutilizzabile. Nel caso invece in cui il Comune abbia già impegnato il 90% di capacità, potrà disporre per i nuovi 5 stelle del 25% di quel 10% di volumetrie residue. Guardando invece al parco alberghiero già esistente, l’incremento del 25% potrebbe essere utilizzato per elevare lo standard qualitativo delle strutture già operative a prescindere dalla loro classificazione, fino a un massimo del 15% del volume realizzato dalla singola struttura in base al titolo abilitativo originario, ma senza aumento dei posti letto. “Un risultato non casuale – racconta a Pambianco Hotellerie Aldo Salaris, assessore degli Enti Locali, Finanze e Urbanistica della Regione Sardegna – ma che abbiamo creato con un mandato ben preciso e con uno scopo altrettanto importante”.
Si tratta infatti, nella strategia urbanistica e turistica della Giunta, di una legge pensata per essere subito utile a una crescita dell’ospitalità di alta gamma isolana. “Lo spirito di questa norma è che sia subito in funzione per aiutare gli operatori del settore a colmare il gap sulla domanda che abbiamo e di conseguenza aumentare finalmente quei flussi internazionali che arriverebbero più numerosi qui se avessimo più possibilità di accoglienza. Crediamo peraltro che ci siano progetti, da parte degli operatori dell’accoglienza di lusso già presenti sull’isola, subito pronti per essere implementati, perché la richiesta di realizzare questa norma è arrivata da loro stessi. Sono i primi infatti a sapere che c’è una domanda ampia di turismo upscale alla quale va data una risposta pronta. Obiettivo ancora più importante è poi quello di fare crescere in questo modo tutta l’economia regionale: oggi solo il 12% del Pil della Sardegna arriva dal turismo e questa norma rientra nel nostro progetto di portare questo valore, ancora molto basso rispetto alle potenzialità della destinazione, a raddoppiare in un arco di tempo di 10 anni”.
Molte critiche sono però arrivate a questa decisione della Giunta regionale dalle associazioni ambientaliste e da chi crede che l’operazione possa diventare il motore di una nuova speculazione edilizia lungo le coste sarde. “Assolutamente non è questo lo scopo – conclude Salaris -: anzi, l’idea è proprio quella di prendere ‘due piccioni con una fava’, incrementando da una parte il turismo lusso e mantenendo l’ambiente ancora più protetto. Lo sviluppo delle strutture di alto livello infatti è un elemento che esso stesso contribuisce al minore consumo di suolo che invece arriverebbe se al posto di sostenere l’ospitalità alberghiera di lusso si lasciasse ‘libero’ questo target di turisti di trovare altre soluzioni per soggiornare in Sardegna, consumando allora in quel caso più suolo, costruendo grandi ville e spaziose seconde case dove ora c’è natura selvaggia. E c’è un altro fattore altrettanto importante: sappiamo che in futuro potremo attrarre di più il pubblico dell’alta gamma solo mettendo al primo posto ambiente e natura, perché è quello che ci chiede proprio il mercato d’élite. Già oggi non esiste un’offerta sarda a 5 stelle che non sia rispettosa e totalmente al lavoro per la tutela di quella natura magnifica che è davvero la nostra più grande forza turistica”.