Il terzo trimestre 2023 per gli investimenti immobiliari in Italia si è concluso con un valore di 1,5 miliardi di euro, recuperando sul trimestre precedente (+15%) ma rimanendo ancora sotto ai numeri del 2022 (-52%). Calcolando le transazioni riportate nell’analisi della società Cbre sul mercato del commercial real estate italiano da inizio anno, i volumi sono stati pari a 3,9 miliardi di euro, in flessione del 60% a confronto con i primi nove mesi del 2022.
Rispetto al Q3 del 2022 calano anche gli investimenti del settore hotellerie, che registra -26% year over year. “L’aumento dei prezzi medi per camera, e quindi dei valori di RevPar, incoraggiano l’investimento in questa asset class“, recita una nota di Cbre riferendosi all’industria alberghiera in termini di pernottamenti, aumenti delle tariffe, tassi di occupancy. “Il mercato dell’ultimo trimestre ha visto una crescente attività da parte di hotels operator oltre a corporate deal. Gli acquirenti più attivi in questa fase si confermano i cash buyer, in particolare i family office, in grado di completare rapidamente le acquisizioni in un contesto di elevato costo del debito”.
Nonostante la tenuta dell’economia italiana in un contesto di rallentamento dell’Eurozona, prosegue la nota. “le attività d’investimento continuano a essere frenate dalle condizioni di accesso al credito, in peggioramento a causa dei nuovi rialzi dei tassi d’interesse da parte della Bce finalizzati al contenimento dell’inflazione. Osserviamo, infatti, una riduzione del numero e della dimensione delle transazioni, parallelamente a una contrazione delle attività di raccolta da parte dei fondi immobiliari italiani”.
“Per i prossimi mesi non sono attese particolari inversioni di tendenza rispetto all’attuale momento di mercato; sarà necessario attendere il 2024 per osservare un assestamento dell’inflazione e quindi una riduzione dei tassi d’interesse”, afferma Silvia Gandellini, head of capital markets and head of a&t High Street di Cbre Italy.