Sta avvenendo una ‘rivoluzione silenziosa’ nel turismo d’alta gamma: dopo la pausa della pandemia, il crescente aumento del turismo massificato durante le alte stagioni sta incentivando il turismo d’alta gamma a spostarsi nelle basse stagioni e a ricercare nuove destinazioni crowd free. Se ne è parlato a Venezia nel corso di Mice Trade Show, e l’aspetto interessante è che questa ‘inversione dei flussi’ non riguarda solo il turismo business ma anche quello leisure.
Nello specifico, il 78% delle programmazioni proposte dagli organizzatori di eventi d’alta gamma dei principali mercati di riferimento per l’Italia e il Mediterraneo riguarda i periodi di bassa stagione. Nel 2019 questa percentuale era del 48 per cento. Una tendenza, dicono dal Mice Trade Show, che non si riferisce solo al segmento Mice ma più in generale a tutto il turismo alto spendente, che con grande evidenza sta rifuggendo i periodi di grande affollamento e, per le programmazioni dell’alta stagione, si sta orientando verso destinazioni nuove o comunque meno battute.
Entrando nel dettaglio delle tipologie di viaggio, il principale interesse della bassa stagione sono le città d’arte e più in generale le destinazioni che offrono una qualificata offerta storico-artistico-culturale. Cibo e vino restano dominanti con il 96% d’interesse (pressoché invariato rispetto al 2019), mentre la domanda del segmento benessere subisce un forte aumento, con il 66% degli interessati rispetto al 44% del 2019. Va precisato che il concetto di benessere in questo caso si riferisce a una specifica dimensione che riguarda anche la mente e lo spirito e che comprende, oltre alle terme e alle dotazioni tradizionali degli hotel come spa, palestre e piscine, anche tutte quelle attività rivolte al benessere psico-fisico: dalle interazioni con l’ambiente allo yoga e a tutte le discipline olistiche.
Vi è una richiesta crescente per destinazioni e location immerse nella natura che consentano attività in contesti naturali, meglio se incontaminati. In linea con questa tendenza è anche l’aumento della domanda per attività outdoor/avventura che registra un interesse del 41% rispetto al 28% del 2019.
In forte crescita anche la ricerca di soluzioni per gli eventi celebrativi, dai matrimoni ai compleanni, dalle riunioni di famiglia alle celebrazioni aziendali, che interessano il 73% degli organizzatori. Anche il segmento arte e cultura registra un deciso aumento di interesse passando dal 62% del 2019 al 74 per cento.
Giancarlo Leporatti, CEO dell’azienda organizzatrice dell’evento a Venezia Eureka Mice International, ha sottolineato una criticità propria del territorio italiano: “Nel 2022 la quota di mercato dell’Italia è cresciuta in modo significativo passando dal 3,9% al 4,5% del turismo mondiale. L’Italia è prima in Europa per numero di camere d’albergo e terza al mondo, ciononostante gli hotel italiani registrano performance peggiori in termini di tassi di occupazione netta (46,1% rispetto al 51,6% del regno Unito e al 62,6% della Spagna). I dati mettono in evidenza un sistema turistico-ricettivo italiano complessivamente sottoutilizzato, cioè con una parte consistente non produttiva, a causa di problemi sistemici che non sono mai stati affrontati in modo strutturale, o quanto meno non in modo strategico.
La risposta pare risiedere, secondo le conclusioni dell’evento veneziano, in una nuova dimensione del turismo che richiede proposte sartoriali che sappiano coniugare il patrimonio storico, artistico, culturale e paesaggistico del territorio con le sue produzioni più esclusive: dall’eno-gastronomia alla moda, dall’artigianato alla musica, al design, con servizi ricettivi accurati, espressione della migliore tradizione d’ospitalità.