Destinazione da anni in crescita sul mercato turistico internazionale, insieme a tutto il ‘suo’ lago, Como ha deciso di aumentare la tassa di soggiorno che devono pagare gli ospiti che alloggiano nelle strutture cittadine. Nei giorni scorsi la giunta comunale ha approvato un incremento significativo di questa particolare imposta turistica che sarà in vigore a partire dal prossimo 1 gennaio 2024. Lo stesso Comune ha reso noto che questo adeguamento dovrebbe generare entrate annuali superiori ai tre milioni di euro e che la delibera di aumento prevede l’obbligo di reinvestire una buona parte di questi proventi proprio per migliorare l’offerta turistica locale.
Anche perché gli incrementi saranno per tutti, dai facoltosi clienti degli alberghi a quattro e cinque stelle ai viaggiatori che scelgono di dormire presso strutture di categoria inferiore, ma anche in b&b, ostelli e campeggi. E proprio queste ultime strutture, più ‘economiche’, sono quelle che saranno maggiormente colpite. Nel caso degli alberghi a 5 stelle la tassa resta la più elevata ma aumenterà solo del 25%, passando da 4 a 5 euro al giorno. Già più alta la crescita per chi sceglie un quattro stelle: in questo caso il costo raddoppia, da 2,5 a 5 euro, come duplica anche per i tre stelle, da 2 a 4 euro.
Scendendo nella classificazione delle strutture, salgono ancora gli aumenti: per gli ospiti delle strutture a due e una stella l’imposta di soggiorno viene infatti triplicata, passando rispettivamente da 1 a 3 euro e da 0,75 centesimi a 2 euro al giorno. Se poi per la categoria che comprende alloggi concessi in affitto, bed&breakfast, case vacanze e immobili uso foresteria si passa da 2 a 3 euro al giorno, ecco che ostelli e campeggi – strutture con i prezzi a notte dalle tariffe tra le meno care in assoluto – subiranno l’adeguamento più alto. Rispetto agli 0,50 centesimi al giorno attuali, la tassa aumenterà di quattro volte arrivando alla tariffa di 2 euro.
La città e il Comune di Como non sono i soli che, negli ultimi tempi, hanno pensato di aumentare questa imposta turistica per far quadrare i conti amministrativi. A fine ottobre infatti anche la giunta di Milano ha comunicato di avere stabilito un incremento della tassa a partire del 2024. In quel caso è stata decisa una variazione di 0,50 centesimi per le strutture di livello più basso: alberghi a una, due e tre stelle, residence a due, tre e quattro stelle, ostelli, case per ferie e campeggi. Aumento di 1,5 euro a notte imposto poi a case per vacanze e affitti brevi, bed and breakfast, locande, foresterie lombarde e affittacamere.
Nessun aumento a Milano per gli hotel da quattro stelle in su: la tariffa resta ferma a 5 euro, anche perché è quello l’importo massimo consentito dalla norma nazionale. Va ricordato infatti che l’aumento della tassa di soggiorno, dall’attuale limite di 5 euro fino a 10 euro, è possibile secondo la legge 197 del 2022 solo nei Comuni che ospitano ogni anno un numero di turisti 20 volte superiore a quello degli abitanti. Oggi in Italia sono cinque le città coinvolte in questa scelta: Venezia, Firenze, Rimini, Verbania e Pisa.