La top ten per fatturato 2022 dell’hospitality wellness elaborata da Pambianco mostra bilanci in crescita. QC Terme distanzia tutti in fatto di ricavi. Al top del ranking per ebitda margin si trova invece una società più piccola, Hotel Terme Mioni Pezzato Prima.
Si conferma QC Terme in testa al ranking per fatturato 2022 elaborato da Pambianco sull’hospitality wellness, ovvero su un campione di aziende termali pubbliche e gruppi privati dell’ospitalità con impianti dotati di acque termali e centri Spa. Il gruppo dei fratelli Andrea e Saverio Quadrio Curzio ‘semina’ di gran lunga le aziende che seguono, essendo l’unica realtà a nove cifre. QC Terme infatti ha archiviato il 2022 con un fatturato consolidato di 105,5 milioni di euro, e segue a distanza Terme e Grandi Alberghi Sirmione con 40,4 milioni. Il podio si conclude con G.B. Thermae Hotels, che chiude l’anno con un fatturato consolidato di 35,7 milioni. La top 10, i cui dati sono stati raccolti dai bilanci depositati in Camera di Commercio o comunicati direttamente dalle società, evidenzia come il settore sia in crescita rispetto all’anno precedente, spesso con percentuali a due cifre. Unica eccezione Acqua e Terme di Fiuggi, che retrocede dell’8% a 16,9 milioni. Guardando invece al ranking per ebitda margin 2022, l’azienda che ha la più alta percentuale sul fatturato si posiziona in fondo alla classifica dei ricavi: la società con maggiore redditività è infatti Hotel Terme Mioni Pezzato Prima, con il 37,6% pari a 5,7 milioni di euro, che si trova invece all’ottava posizione nella top ten per fatturato. La seconda classificata per ebitda margin è Hotel Adler Thermae con il 36% (7,5 milioni), seguita da Aquardens con il 35,8% e un valore di 4,1 milioni. Redditività double digit anche per Hotel Terme Merano (26% a 4,9 milioni) e Terme Italia (21,6% a 8 milioni). Quest’ultimo gruppo, con un fatturato aggregato di 37 milioni, comprende Terme di Saturnia, Terme di Chianciano, Monticello Spa & Fit e altre realtà in via di realizzazione e di riqualificazione. Nello specifico, Terme di Salsomaggiore riaprirà a metà dell’anno prossimo, mentre il nuovo parco termale Milano Scuderie de Montel vedrà la nascita a fine 2024. Fanno parte del gruppo anche Terme di Salice che tornerà operativa a fine 2025 e Terme di Sangemini nel 2026.
SISTEMA ‘ATOMIZZATO’
Ampliando lo sguardo all’intero settore, il quadro dell’ospitalità wellness appare fortemente frazionato in Italia, soprattutto quello termale, che identifica le strutture autorizzate dalle Regioni che utilizzano in concessione acque minerali riconosciute come terapeutiche dal ministero della Salute. L’Italia infatti conta 300 complessi termali che fanno capo a 290 proprietari. In altri Paesi invece non è così, come ha raccontato durante lo scorso Pambianco Hotellerie Summit Massimo Caputi, presidente di Federterme-Confindustria: “ In Francia sono presenti quattro grandi complessi che possiedono, di fatto, l’80% del sistema termale francese. In Italia, se continuiamo con questa modalità di business, tra dieci anni saremo stritolati dalle major mondiali, che invece hanno reti molto più diffuse, nonché meccanismi di fidelity card con milioni di associati. Il consolidamento è importante perché permette il miglioramento della capacità gestionale, dei prodotti e del marketing”. Caputi ha aggiunto la necessità di creare in Italia diverse tipologie di aggregazione che consentano di avere una visione europea del sistema della prevenzione, del benessere e della riabilitazione. Un primo passo avanti verso la concentrazione è indubbiamente la nascita di Terme Italia, che fa capo a Feidos e che comprende, appunto, diverse realtà. Sulla necessità di aggregazione si è espresso recentemente anche Giacomo Gnutti, presidente di Terme di Sirmione: “L’industria del turismo è una delle attività chiave per costruire uno sviluppo diffuso e sostenibile del Paese. Oggi stiamo pagando la polverizzazione delle imprese turistiche e una governance spezzettata. Noi facciamo da tempo una politica di offerta destagionalizzata, con un beneficio che si espande a tutta la destinazione e alle sue imprese. Sono da incentivare percorsi di formazione e crescita tecnica sviluppati con una logica industriale che il turismo in Italia ancora non ha, allontanando opportunismi che non fanno crescita strutturale”. C’è poi chi si avventura oltre confine, come QC Terme, che è presente anche in Svizzera e in Usa. Andrea Quadrio Curzio, a proposito della nuova struttura termale di Governors Island, a New York, ha raccontato: “Il centro funziona molto bene, anche perché la Grande Mela è una metropoli molto ‘stressata’, quindi ha bisogno di disconnessione e di recupero emotivo. New York è un luogo basato sulla performance e infatti all’inizio abbiamo fatto fatica a far comprendere ai cittadini il valore dell’otium, perché loro hanno sempre l’idea di dover ‘fare qualcosa’ per recuperare emotivamente e invece bisogna anche saper rallentare e riprendere un ritmo più umano”. Il CEO ha raccontato che la struttura newyorkese, la cui proprietà è di un trust che fa capo alla municipalità, è molto grande, 8.000 metri quadrati. “La capacità di spesa a New York è infinitamente più alta rispetto all’Italia, il prezzo medio è tre volte il nostro. Per questo, ci aspettiamo di realizzare in Usa il triplo del fatturato che fa una struttura italiana di grandi dimensioni. Aggiungo che abbiamo già individuato le location per realizzare un secondo complesso termale negli Stati Uniti, probabilmente in Florida”.