L’Italia è sempre di più una destinazione esclusiva. Lo spiegano i dati che Enit ha presentato nella recente edizione della fiera Iltm di Cannes, in Francia, dedicata al mondo degli operatori turistici che si occupano di luxury travel. Oltre il 20% dei turisti stranieri sceglie le destinazioni italiane in quanto direttamente attratto dallo ‘stile di vita italiano’ che associa al nostro Paese un’immagine di ‘esclusività’ e lusso. Oggi lungo la Penisola, le strutture ricettive quattro stelle, cinque stelle e cinque stelle lusso rappresentano insieme quasi il 22% del totale degli esercizi alberghieri, in crescita del 3% dal 2021 al 2022. Secondo le proiezioni su dati Cnr – Iriss, entro il 2025 lo stesso settore del lusso in Italia dovrebbe crescere più velocemente di qualsiasi altra tipologia di turismo. Per quanto riguarda gli hotel luxury, nel 2024 il numero salirà dagli attuali 682 a 702, per arrivare a 712 nel 2025 (fonte Thrends). Secondo l’analisi dati Statista/Future Market Insights , il mercato mondiale dei viaggi luxury è destinato ad aumentare del 6% entro il 2032. Un trend costante anche nel mondo dell’ospitalità: tra i primi anni ottanta e il 2023 l’offerta alberghiera di lusso è aumentata del 191% e si prevede un aumento del 12% entro il 2033.
Sempre durante il 2022 le presenze complessive rilevate negli alberghi upper upscale e luxury italiani sono state oltre 11,3 milioni, in aumento del 63% rispetto al 2021 e con una permanenza media di tre notti. Sono livelli di soggiorno che ancora non raggiungono quelli del 2019 (-2,9%) ma bisogna ricordare in quest’ottica che proprio lo scorso anno si sono quasi completamente azzerati i flussi di turisti di altagamma provenienti dalla Russia – preponderanti in alcune destinazioni del lusso italiane -, mentre pure le presenze di viaggiatori cinesi stanno risalendo pian piano, dopo il quasi totale crollo avuto per la pandemia, ma soprattutto a partire dal 2023. Nonostante queste mancanze ‘pesanti’, le presenze internazionali in queste strutture top di gamma in Italia per il 2022 sono state pari a 8,2 milioni, rappresentando il 73% del totale e in crescita di quasi il doppio rispetto al 2021 (+99%). In aumento poi sono anche i pernottamenti degli italiani nelle strutture di lusso che hanno inciso per il 27% con un +10% sul 2021: lo raccontano sempre le stime dell’Ufficio Studi Enit elaborate su dati Istat.
In piena espansione, il turismo di lusso italiano ha intercettato quindi il grande ritorno del travel post pandemia, beneficiando del potere finanziario degli high spender, che risentono meno degli altri viaggiatori delle incertezze geopolitiche e macroeconomiche. Così il turismo di lusso, spiega ancora Enit, impatta su tutti i settori dell’industria turistica, assorbendo attualmente il 3% del Pil nazionale, sul 6% che rappresenta il turismo in generale (che sale al 13% se si considerano tutte le attività economiche derivate, dalle visite con guida al catering). Secondo lo studio condotto nel secondo trimestre del 2023 da Enit su dati Statista/Jll, la maggior parte dei consumatori benestanti che viaggia negli hotel di lusso in Italia indica tra le attività più comuni durante la vacanza il voler mangiare in un ristorante raffinato (62%), il volersi rilassare all’interno di un centro benessere o di una Spa (53%) e il fare acquisti in un duty-free store (51%). “Investire nel turismo del lusso – ha spiegato a Cannes Ivana Jelinic presidente e CEO Enit – è un passo fondamentale per consolidare la nostra posizione nel mercato globale e garantire uno sviluppo sostenibile a lungo termine per il nostro Paese. Il turismo di lusso non solo contribuisce in modo significativo all’economia, ma promuove anche l’immagine dell’Italia come destinazione di élite nel panorama mondiale. Le nostre ricchezze culturali, artistiche e gastronomiche sono tesori che possono essere valorizzati attraverso esperienze di lusso, attirando una clientela esigente e disposta a investire in un’ospitalità di prima classe. Questi investimenti non solo generano entrate sostanziali, ma anche opportunità di lavoro qualificate e durevoli”.