Finita l’epoca della pandemia l’Italia ritorna a essere il punto di riferimento mondiale per eventi e convegni, ospitando accademici, ricercatori, manager e professionisti in arrivo da tutto il mondo nei suoi hotel e centri congressi. Per la prima volta negli ultimi dieci anni infatti, nel corso del 2022, l’Italia è stata la seconda destinazione in Europa per congressi associativi internazionali organizzati dopo la Spagna: lo raccontano le cifre del database Icca (International Congress and Convention Association), secondo il quale il Bel Paese è anche al terzo posto nel mondo dopo lo stesso Paese iberico e gli Stati Uniti.
Secondo le rilevazioni dell’ente internazionale, per lo scorso anno, grazie a 520 eventi ospitati, l’Italia è risultata al secondo posto nel Vecchio Continente con soli otto meeting in meno della Spagna, ma il trend è ancora migliore per gli anni a venire. Infatti le proiezioni per il 2023 (in base ai dati finora forniti dalle varie nazioni al database e non ancora definitivi ad oggi), danno l’Italia al vertice in Europa, anche con un certo distacco. Secondo questi numeri per il 2023 sono stati ben 560 gli eventi andati scena lungo la Penisola nel 2023, anche se i conti finali verranno chiusi a maggio 2024. Un trend davvero importante che, spiegano gli esperti di Icca, appare non solo confermato per il 2023, ma al momento anche per il 2024 (in quanto alcuni grandi convegni internazionali sono organizzati con anni di anticipo). Intanto l’Italia ‘si gode’ il primo posto in classifica dopo avere superato non solo la Spagna, ma anche altri ‘colossi’ del settore eventi come Germania, Regno Unito e Francia che per molti anni sono restati in classifica ben sopra il nostro Paese.
“L’Italia è oggi più che mai un paese attrattivo per i grandi congressi internazionali – ha spiegato a Pambianco Hotellerie Carlotta Ferrari, presidente di Convention Bureau Italia, l’ente privato nazionale di promozione turistica dedicato alla meeting industry -; sia per la presenza lungo la Penisola di moltissimi importanti esponenti della comunità scientifica e della ricerca nazionale che presiedono i board di associazioni internazionali, sia ovviamente grazie ad una filiera di operatori dell’accoglienza di altissimo livello. Lavoriamo quindi per promuovere l’Italia attraverso il proprio capitale intellettuale, cambiando un po’ il paradigma della promozione da Paese della grande bellezza meta di vacanze a Paese del sapere e della conoscenza. È importante in questo senso che il pubblico ed il privato continuino a lavorare in sinergia e che ci siano costanti investimenti infrastrutturali in un settore così strategico per lo sviluppo di tante destinazioni italiane, anche quelle cosiddette ‘minori’”.