Aperto dal 1906, il Cresta Palace Celerina è ancora oggi una delle strutture più amate dai turisti della montagna, anche italiani, che scelgono la Svizzera per le loro vacanze sciistiche e non solo. Situato in Engadina, a pochi chilometri dalla più glamour cittadina di St. Moritz, lo storico hotel è guidato dall’estate del 2020 dal general manager Markus Tauss e dalla moglie Annika Sosnizka-Tauss che in questi anni post pandemia hanno dato un significativo impulso al giro d’affari del Cresta Palace. “Nel 2023 – spiega a Pambianco Hotellerie il direttore – siamo rimasti appena al di sotto del fatturato record ottenuto del 2022, ma siamo comunque riusciti a registrare un aumento significativo rispetto al 2019, ultimo anno prima del covid. Io e mia moglie abbiamo appunto assunto la gestione dell’hotel nell’estate del 2020: da quel momento grazie alla sostituzione di alcune posizioni chiave e al lavoro di parziale riposizionamento dell’hotel siamo arrivati a raggiungere questo aumento significativo del fatturato, di cui siamo molto orgogliosi”.
La pandemia e le chiusure turistiche che ha portato con sé sono oggi un lontano ricordo e la struttura svizzera continua a puntare a una crescita in linea con quelle degli ultimi due anni. “Abbiamo iniziato il 2024 – continua Tauss – con numeri positivi e siamo ottimisti anche per il resto del nuovo anno. Prevediamo di aumentare significativamente le vendite invernali, nei mesi da gennaio ad aprile, rispetto all’anno precedente. In questo senso il mercato italiano è estremamente importante per noi, soprattutto quello del nord. In questa area della Penisola infatti risiede un target con un forte potere d’acquisto e pure la breve distanza gioca a nostro favore. Comunque anche l’Italia meridionale potrà essere un mercato dal grande potenziale per noi, ad esempio a causa dei fattori ambientali ai quali stiamo assistendo negli ultimi anni, penso in particolare all’aumento delle temperature nei mesi estivi”.
Riguardo al fatto che il franco svizzero si è rafforzato molto rispetto all’euro e che, secondo alcuni analisti internazionali, possa avere creato nell’ultimo periodo qualche problema al turismo europeo, il direttore afferma: “Abbiamo da sempre una grande percentuale di ospiti svizzeri, ma devo dire che non abbiamo notato alcuna perdita di clientela della zona euro. Il fatto che il franco svizzero si sia rafforzato e la moneta europea invece svalutata si intreccia con le condizioni politiche e sociali piuttosto complesse oggi nel Vecchio Continente e non solo. Per quanto riguarda quindi gli ospiti della zona euro, non parlerei di un impatto diretto, ma piuttosto di un effetto indiretto, vale a dire una disponibilità leggermente ridotta a viaggiare o magari un’esitazione psicologica nel fare piani di vacanza a lungo termine”.