Gli arrivi nel comparto ricettivo in Italia, nel 2023, non hanno ancora superato i numeri del periodo pre-pandemico. Questi dati – forniti da Istat ed elaborati da Il Sole 24 Ore – fanno riferimento agli ospiti registrati in alberghi, alloggi per le vacanze e campeggi (escludendo dall’equazione case private per affitti brevi) che hanno segnato quota 125 milioni, abbastanza per superare il 2022 del 5,48%, ma non per raggiungere il 2019 (-4,58% con 131 milioni di arrivi).
Inoltre, la crescita percentuale della domanda straniera ha superato quella domestica, pur rimanendo quest’ultima superiore in valori assoluti. Nello specifico, i viaggiatori internazionali sono cresciuti del 14,7%, mentre gli italiani hanno subito una decrescita del 2,08 per cento.
Facendo un paragone con i vicini spagnoli, il cui il peso del turismo sul Pil ha valori simili a quelli italiani, è risultato un quadro differente, poiché già a novembre scorso gli arrivi in Spagna – pari a 139 milioni – avevano superato di gran lunga il periodo pre-pandemico.
Tuttavia, le presenze turistiche – dunque il numero di notti trascorse dagli ospiti negli esercizi ricettivi – hanno dato riscontro positivo: oltre a crescere del 12% sul 2022, l’Italia ha battuto la media europea e anche il 2019. Ma è una ripresa a velocità differenziate: nel meridione e nelle isole, infatti, l’incremento delle presenze dovrebbe fermarsi a +4,4 per cento. Un ritmo di crescita sostanzialmente dimezzato rispetto alla media nazionale.