L’Agcm, autorità garante della concorrenza e del mercato, ha avviato la settimana scorsa un procedimento istruttorio nei confronti di Booking.com (Italia), Booking.com B.V. e Booking.com International B.V. per accertare un presunto abuso di posizione dominante nel mercato dei servizi online di intermediazione e prenotazione di strutture alberghiere. Sulla base di questa indagine inoltre, gli stessi funzionari dell’autorità hanno svolto ispezioni nelle sedi italiane di Booking.com, con l’ausilio del nucleo speciale Antitrust della Guardia di Finanza. L’avvio di questo procedimento istruttorio da parte dell’Antitrust è stato successivamente confermato anche dalla stessa piattaforma Booking.com, con una dichiarazione rilasciata tramite una nota stampa nella quale si legge: “Possiamo confermare che stiamo pienamente collaborando con la Guardia di Finanza e l’Autorità garante della concorrenza e del mercato, che nei giorni scorsi hanno svolto delle ispezioni nei nostri uffici in Italia”.
Nel testo del provvedimento avviato dell’Antitrust si legge allora che tra le agenzie online, “Booking ha acquisito negli anni una posizione di assoluto rilievo e che – nel 2019 – risulta essere l’operatore dominante in molti Paesi europei, intermediando in media circa il 68% delle prenotazioni alberghiere effettuate tramite piattaforme digitali. In Italia in particolare, tale quota raggiunge il 70% circa”. Per portare avanti questa strategia continua lo stesso Garante, “Booking attuerebbe modalità di lavoro in grado di ridurre l’autonomia delle strutture alberghiere italiane nel definire i prezzi tra i canali di vendita online, dalla quale deriverebbero effetti escludenti nel mercato dei servizi online di intermediazione e di prenotazione”.
Secondo l’Authority, la piattaforma darebbe alle strutture che fanno parte del Programma Partner Preferiti (e della sua estensione Preferiti Plus) vantaggi in termini di visibilità nei risultati di ricerca, a fronte di commissioni più elevate e dell’impegno a offrire su Booking.com prezzi non più elevati di quelli che applicano sul proprio sito o su altre online travel agencies. Non solo: secondo un monitoraggio capillare fatto dallo stesso Garante risulta che a una struttura che offre prezzi migliori su altri siti online, la piattaforma applica, senza il consenso della struttura stessa, uno sconto – il cosiddetto ‘Booking Sponsored Benefit’ – per allineare l’offerta presente su Booking.com alla migliore tra quelle disponibili online. Ecco allora che secondo l’Autorità queste strategie, nel loro insieme, sembrano idonee a ostacolare lo svolgimento di una concorrenza effettiva nel mercato, quantomeno nazionale, dei servizi online di intermediazione e prenotazione alberghiera. Sia a danno di altre agenzie di viaggio online che con effetti negativi sulle strutture ricettive e, in ultima analisi, anche sui consumatori in termini di maggiori prezzi e minore scelta nei servizi di intermediazione e prenotazione online.
Un accusa seria, tanto che non si sono fatti attendere i primi commenti in arrivo dal mondo italiano dell’ospitalità. “Booking è certamente un partner importante per il mondo dell’hotellerie – dice Maria Carmela Colaiacovo, presidente di Associazione Italiana Confindustria Alberghi -, ma è indispensabile un riequilibrio nel rapporto con le imprese alberghiere nell’interesse anche dei viaggiatori. Uno sviluppo sano del mercato richiede una pluralità di operatori e capacità di una reale negoziazione tra le parti per il riequilibrio del mercato”. “L’indagine dell’Antitrust contro l’abuso di posizione dominante – sostiene Alessandro Nucara direttore generale di Federalberghi – accende un faro sulle asimmetrie del mercato. In Europa ci sono 621.572 strutture ricettive, che ogni anno ricevono 928 milioni di turisti, ma sono tre i portali di prenotazione che si spartiscono gran parte della torta”.