Vendere asset immobiliari per due miliardi di dollari per poi concentrarsi maggiormente sulla parte operations e sulla guest experience. Questa è la strategia ‘asset light’ che il presidente e CEO di Hyatt Hotels Corporation, Mark Hoplamazian, ha raccontato al Wall Street Journal. “Il nostro piano d’azione – ha spiegato – è quello di vendere questa ampia fetta di asset immobiliari per avere possibilità di investire in un’altra tipologia di business. Concentrarsi cioè sulle gestioni con un business model ‘asset light’ che possa dare maggiore peso a sviluppo e investimenti sulla parte operations e sul franchising più che sull’acquisto e il possesso di proprietà e strutture. L’idea è quella di essere sempre di più una franchise management company che va incontro alle necessità del cliente finale”.
Si tratta di una strategia che era partita già dal business plan approvato nel 2017, tanto che nel passato Hyatt aveva già ceduto asset per quattro miliardi di dollari. “Questa piano di sviluppo comunque – ha aggiunto il CEO – in questi anni non ci ha impedito di fare acquisizioni quando lo ritenevamo necessario. Basti pensare che dall’inizio della nostra evoluzione ‘asset light’, fino alla fine del 2023, abbiamo raddoppiato il numero di camere di hotel di lusso, triplicato il numero di camere di resort e quintuplicato il numero di camere lifestyle. Gli introiti della dismissione di asset sono infatti stati tutti reinvestiti per generare profitto per il gruppo. Anche ad esempio migliorando sempre di più la parte commerciale o le piattaforme di servizio al cliente finale”.
Hyatt però oggi si vuole concentrare sulla parte di gestione: “Si, perché siamo bravissimi come manager nel business dell’accoglienza, mentre la parte real estate richiede altre competenze per noi meno core. E in questo modo possiamo anche avere un rapporto migliore con i proprietari delle strutture che gestiamo, potendoci focalizzare più sulle operations e sulle best practice necessarie a rendere i loro hotel più profittevoli. Ecco perché allora siamo cresciuti molto nel numero di strutture in franchising in Europa: si tratta di un mercato perfetto per questo tipo di formula di gestione, che propone nella maggior parte dei casi hotel di piccola e media dimensione quando non proprio boutique hotel. Abbiamo chiuso il 2023 con 330mila camere in portafoglio globale e abbiamo una pipeline futura di 127mila camere, pari al 40% del nostro totale attuale”.