Forte degli ultimi risultati portati a casa lo scorso anno – grazie a un fatturato preconsuntivo di 106 milioni di euro in crescita del 47% sul 2022 – Hnh Hospitality allarga il perimetro dei suoi interessi nel mondo dell’accoglienza guardando anche al real estate. Grazie alla nuova spinta finanziaria garantita anche dall’ingresso dei nuovi soci Fondo Italiano di Investimento Sgr (partecipata di Cdp Equity) ed Eulero Capital, che hanno acquisito la quota di minoranza del 37% da Siparex lo scorso anno, la società della famiglia Boccato lancia un nuovo piano per diventare maggiormente ‘parte attiva’ nel business alberghiero.
Come ha spiegato a Pambianco Hotellerie il CEO Luca Boccato: “Tra i primi nel settore italiano dell’hospitality abbiamo sposato la linea ‘asset light’ puntando direttamente sulle gestioni, ma oggi è giunto il momento di guardare a un allargamento delle nostre prospettive di business. Avendo ampliato parecchio la dimensione della nostra attività, vogliamo di conseguenza allargare il business co-investendo anche nel real estate alberghiero. Ma con modalità e impegni chiari: innanzitutto ci devono essere in vista opportunità davvero importanti; trovate le quali, il modus operandi sarebbe quello di entrare nell’acquisizione diretta di edifici ad alto valore aggiunto ma come soci di minoranza. E puntando quindi a dare come valore aggiunto all’operazione il nostro importante know how nel management alberghiero”.
Attiva infatti nella gestione di hotel e resort di alta gamma in tutta Italia – sia direttamente con il marchio Almar, sia in franchising con partner come Hilton, Accor e Best Western – Hnh tiene ben fermo il faro del management sulla rotta del suo business. “L’idea è semplice: trovate opportunità molto interessanti di hotel per i quali la proprietà non vuole esternalizzare solo la gestione ma cedere anche l’asset, investimento che per noi da soli non sarebbe possibile portare a termine, selezioniamo dei coinvestitori – sia istituzionali che privati come i family office – con i quali portare a termine il progetto anche in chiave real estate. Oggi l’Italia è un mercato da esplorare molto bene in questo senso, perché, a fronte di 35mila circa alberghi attivi nella maggioranza si tratta di proprietà singole o di gruppi poco strutturati”.
Così l’idea alla base del progetto real estate di Hnh è quella di andare a cercare edifici di pregio da riqualificare come offerta di accoglienza che siano posizionati nelle città che sono mete top – Venezia, Roma, Milano e Firenze -, ma anche in destinazioni ‘minori’ in via di sviluppo turistico come Bologna, Napoli e Torino. “Al momento abbiamo due dossier allo studio: uno nel Nord Italia, su location secondarie, e un altro più avanzato con un investitore istituzionale su Roma. È appunto un hotel che l’attuale proprietà vuole cedere e non solo dare in gestione. Oggi nella nostra industry quando si trova il giusto progetto vanno messe insieme le competenze di gestione e real estate, oltre che di branding: elemento che poi può essere fornito dalle grandi catene. Si ottiene così un modello adatto al mercato attuale e che anche i gruppi mondiali, per primo Hilton, stanno seguendo oggi. Per quanto riguarda Hnh infine l’obiettivo è quello, da qui al 2027, di realizzare una all’anno di queste operazioni di investimento legate anche al real estate”.