La seconda richiesta di rinvio a giudizio nei confronti della ministra del Turismo Daniela Santanché è attesa entro la fine di maggio e riguarda l’inchiesta della procura di Milano per falso in bilancio nel gruppo Visibilia, di cui la ministra, che l’ha fondato, ha dismesso le quote di proprietà nel 2022.
La tempistica del nuovo rinvio a processo sembra certa, come si legge su Ansa, perché i pubblici ministeri hanno dichiarato di non aver intenzione di concedere ulteriori termini rispetto a quelli ‘canonici’ dei 20 giorni decorsi dalla notifica della chiusura delle indagini.
Questa ulteriore qualifica di ‘imputata’ seguirebbe a quella già assunta lo scorso venerdì 3 maggio sulla presunta truffa all’Inps, un fatto di cui, secondo gli inquirenti, l’allora senatrice era a conoscenza come hanno confermato i dipendenti negli interrogatori. La procura di Milano infatti ha chiesto il rinvio a giudizio per Santanché e per altre due persone, il compagno della ministra Dimitri Kunz e Paolo Giuseppe Concordia, collaboratore esterno con funzioni di gestione del personale di Visibilia Editore e Visibilia Concessionaria, e per le due stesse società.
Il capo di imputazione riguarda la gestione della cassa integrazione durante il Covid: i pm sostengono che, nel periodo dal 31 maggio 2020 al 28 febbraio 2022, i tre indagati sarebbero stati consapevoli di aver richiesto e ottenuto ‘indebitamente’, per un totale di 13 dipendenti, la cassa integrazione in deroga, mentre gli stessi dipendenti continuavano a svolgere le proprie mansioni in smart working. L”istituto pensionistico avrebbe versato oltre 126mila euro per un totale di oltre 20 mila ore.