Nei giorni scorsi la Commissione Europea ha dato la sua approvazione alla cessione a Lufthansa del 41% della compagnia aerea Ita Airways del Ministero dell’Economia: operazione avvenuta con il versamento da parte del gruppo tedesco di 325 milioni di euro, totalmente finanziati per cassa, a titolo di aumento di capitale. Un ‘matrimonio’ tra due vettori molto importanti nel panorama aviation globale, ma per prima cosa fondamentali per i flussi di turismo da e, soprattutto, verso l’Italia. Quali saranno gli sviluppi pratici per il mercato del travel italiano – e quindi anche per il settore dell’ospitalità – di questo closing è quindi la questione più interessante. Il primo atto avvenuto dopo la chiusura dell’operazione è il code-sharing che collega le rotte del network Lufthansa con quelle di Ita Airways. Questa ‘condivisione dei codici’ e quindi dei voli tra le due compagnie immetterà a breve termine sul mercato oltre 1.000 nuovi itinerari, rendendo più facile i collegamenti in particolare con Sud America, Nord Africa e Medio Oriente.
Erano poi tre le criticità sulle quali l’Ue si doveva pronunciare e che erano alla base di possibili problematiche monopolistiche all’indomani dell’unione tra Ita Airways e Lufthansa, ovvero: una quota troppo ampia di mercato sull’hub di Milano Linate, una situazione di monopolio su alcune rotte di corto raggio tra Italia e Germania, Austria e Svizzera, e la riduzione della concorrenza nei voli tra Roma Fiumicino e il Nord America. Per quanto riguarda Linate l’accordo prevede che saranno cedute 17 coppie di slot (pari a 34 voli giornalieri tra andata e ritorno), garantendo che almeno un altro vettore possa subentrare alla compagnia tedesca nello scalo milanese. Tra i vettori interessati, al momento (secondo quanto riporta il quotidiano Domani), pare ci sia la low cost Easyjet. Sulle rotte dall’Italia all’Europa centrale invece si prevede che una o due rivali possano subentrare operando voli non-stop per tre anni, mantenendo quindi inalterati i flussi – o magari anche aumentandoli – da un bacino di turisti molto importante per l’hospitality italiana.
Infine, per i collegamenti a lungo raggio da Roma Fiumicino a Chicago, Washington, San Francisco e Toronto il closing prevede l’ingresso di una concorrente in grado di offrire voli diretti o, in alternativa, di due vettori già presenti (come Air France o British Airways) che assicurino collegamenti con uno scalo nei loro hub europei. Anche in questo caso quindi una buona notizia per l’aumento dei flussi turistici interessanti per gli albergatori italiani. La stessa Lufthansa ha poi dichiarato che proprio Roma diventerà il sesto hub del gruppo che oggi comprende anche i vettori Austrian Airlines, Brussels Airlines e Swiss. “Per il nostro gruppo – ha detto Carsten Spohr, CEO di Lufhtansa – Fiumicino diventa così un approdo premium, con costi operativi interessanti e la possibilità di economie di scala. Questo significa che, data la natura di destinazione turistica della città, aumenterà l’offerta di posti per la clientela alto-spendente che viaggia nelle classi Business e First. Senza contare che Roma è mille km a sud dal nostro hub principale che è Francoforte e a 700 km da quello più meridionale che è Zurigo. Ecco perché avrà per noi una posizione ideale per tutti i collegamenti che guardano al Sud del mondo, in particolare America Latina e Africa, oltre che per gli Usa”.
Secondo allora il piano previsto da Lufthansa il percorso di allineamento delle rotte e delle sinergie di spesa e investimento dovrebbe durare almeno 24 mesi, autorizzazioni statali comprese. “La compagnia italiana – ha aggiunto il CEO – non ha un problema di costi, ha un problema sui ricavi. Ecco perché una delle prime mosse che faremo, plausibilmente a cavallo tra novembre e dicembre, sarà di inserire Ita Airways anche nel sistema di vendite del gruppo”. Si tratta di una piattaforma commerciale molto estesa – e che comprende un’interfaccia di revenue management sviluppata internamente – che da sola potrebbe essere in grado di far aumentare le entrate del vettore italiano di 150-200 milioni di euro all’anno. E ancora la cessione a Lufthansa vorrà dire per Ita l’ingresso in Star Alliance e nelle diverse joint venture già attive a cui partecipa il colosso tedesco dei cieli: quella transatlantica (con United Airlines e Air Canada), la ‘Pacific’ (con Singapore Airlines), quella giapponese (con All Nippon Airways) e quella cinese (con Air China). “Il nostro intento è quello di arrivare in fretta all’integrazione di Ita nei canali di distribuzione globale, nei prodotti digitali e nei servizi del gruppo: un percorso in grado di garantire sia ottimizzazione dei ricavi che incremento del tasso di utilizzazione della flotta”.