ll turismo italiano ha vissuto un’estate al di sotto delle aspettative caratterizzata da una flessione nei pernottamenti tra giugno e agosto, che, secondo le stime del Centro Studi Turistici per Assoturismo Confesercenti, sono diminuiti dello 0,7%, pari a una riduzione di 1,4 milioni di presenze rispetto allo stesso periodo del 2023.
Questo calo è stato principalmente determinato dalla riduzione della domanda italiana (-2,9%), che ha colpito le località balneari (-4,1%), termali (-5,3%) e lacustri (-3,7%). In termini assoluti, i pernottamenti degli italiani si sono attestati a 105,4 milioni, contro i 108,6 milioni del 2023.
Le difficoltà della domanda interna hanno interessato l’intera filiera turistica, “con particolare impatto su stabilimenti balneari, ristorazione e strutture ricettive”, riporta la ricerca. La ridotta capacità di spesa degli italiani ha portato a una contrazione della durata media dei soggiorni, scesa a 3,9 notti dalle 4,0 del 2023, incrementando i costi di gestione per le imprese. Si è inoltre registrato un aumento dell’interesse per sistemazioni a tariffe più contenute e una riduzione della richiesta di servizi aggiuntivi, nel tentativo di contenere i costi delle vacanze.
Tuttavia, il turismo internazionale ha segnato una nota positiva, con un aumento stimato dell’1,6 per cento. Questo incremento è stato maggiormente percepito nel settore alberghiero (+2,4%) e, in misura minore, nelle strutture complementari (+0,9%). I pernottamenti degli stranieri sono saliti a oltre 105,1 milioni, rispetto ai 103,4 milioni del 2023. Tuttavia, l’aumento del turismo internazionale non è stato sufficiente a compensare il calo della domanda interna.
A livello regionale, la flessione è stata avvertita in quasi tutte le aree del Paese, con alcune differenze. Le strutture ricettive del nord ovest hanno mostrato un valore di sostanziale stabilità o una leggera crescita (+0,4%) (grazie all’incremento dei turisti stranieri (+2,2 per cento), mentre, al contrario, il nord est ha registrato il peggior risultato (-1%), con un significativo calo degli italiani (-2,9%) nonostante l’aumento degli stranieri (+0,5 per cento). Spostandosi nelle regioni del centro, queste hanno visto un calo dello 0,8%, determinato dalla diminuzione degli italiani (-3,5%) e da un incremento degli stranieri (+1,9 per cento). Nel sud e nelle isole, la flessione è stata dello 0,6%, con un calo delle presenze italiane (-2,8%) e un aumento di quelle straniere (+4,1%).
Nonostante l’estate negativa, settembre sembra offrire una boccata d’aria fresca. Per il mese in corso, si stima l’arrivo di 15 milioni di turisti nelle strutture ricettive, con un totale di 50,2 milioni di pernottamenti, segnando un incremento dello 0,6% rispetto a settembre 2023. Questo miglioramento “è attribuito alle condizioni climatiche favorevoli e alle tariffe da bassa stagione che hanno incentivato le prenotazioni”.
Nello specifico, le città d’arte (+2,4%) e le località rurali e collinari (+2,1%) sono tra le destinazioni con le prospettive più ottimistiche, seguite dalle aree lacustri (+0,9%) e da altre località di interesse (+0,8%). Al contrario, le località marine (-0,5%), montane (-0,6%) e termali (-1,2%) presentano previsioni di stabilità o leggere contrazioni della domanda.
Le imprese del settore “sperano di migliorare ulteriormente i tassi di occupazione grazie alle decisioni di viaggio last minute, che potrebbero sostenere la ripresa e contribuire a un finale di stagione più positivo”, conclude l’analisi.