Oltre 10mila lavoratori del mondo alberghiero e dell’ospitalità statunitensi hanno scioperato in otto città del Paese durante lo scorso fine settimana. Come riporta l’agenzia di stampa Reuters Usa, questi collaboratori hanno interrotto il loro lavoro in 24 hotel tra i quali alcuni appartenenti alle principali catene del mercato a stelle e strisce come Marriott International, Hilton Worldwide e Hyatt Hotel. La protesta è andata in scena in concomitanza con il giorno del Labor Day, caduto lunedi 2 settembre a ridosso del weekend e che è la festività nazionale federale equivalente al Primo Maggio italiano. Tra i motivi alla base dello sciopero c’è in particolare proprio l’interruzione dei colloqui contrattuali tra i rappresentanti di questi tre grandi operatori alberghieri e il sindacato Unite Here, che rappresenta lavoratori di hotel, casinò e aeroporti negli Stati Uniti e in Canada.
Proprio secondo quanto riferito dall’organizzazione sindacale, questo sciopero arriva alla vigilia della scadenza contrattuale – prevista per la fine del 2024 – per ben 40mila lavoratori degli hotel di 20 città americane. Le trattative per questi nuovi contratti quadriennali sono in corso da maggio. “Non accetteremo una ‘nuova normalità’ in cui le aziende alberghiere fanno profitti tagliando le offerte agli ospiti e abbandonando i loro impegni nei confronti dei lavoratori”, ha spiegato la presidente di Unite Here, Gwen Mills. Ricordando anche che nel 2023 i lavoratori rappresentati da Unite Here hanno ottenuto contratti rinnovati a Los Angeles e a Detroit dopo uno sciopero di 47 giorni. Secondo la stessa presidente inoltre sono stati autorizzati scioperi anche a Baltimora, Honolulu, Kauai, New Haven, Oakland, Providence e San Diego e altri 5mila lavoratori alberghieri potrebbero interrompere il lavoro in qualsiasi momento.
“Il settore dell’ospitalità Usa – ha aggiunto la sindacalista – oggi deve far fronte a una buona crescita nell’afflusso di viaggiatori: i dati sulle prenotazioni infatti mostrano un aumento del 9% nei viaggi nazionali nel 2024 rispetto allo scorso anno. È giusto quindi che anche le retribuzioni siano adeguate alla mole di lavoro”. Una prima risposta ufficiale è arrivata dal Gruppo Hyatt che si è detto disponibile al colloquio coi lavoratori. “Non vediamo l’ora – ha detto Michael D’Angelo, responsabile delle relazioni sindacali di Hyatt – di continuare a negoziare contratti equi e riconoscere il contributo dei nostri dipendenti al successo del gruppo”. Allo stesso tempo però la stessa Hyatt ha affermato di aver predisposto piani di emergenza per ridurre al minimo l’impatto sulle attività dell’hotel che arriverebbe a causa di eventuali nuovi scioperi.
Da ricordare a proposito che in Italia, proprio questa estate, è stata siglata l’intesa sul nuovo contratto per oltre 400mila lavoratori del mondo turistico e alberghiero. È stato firmato infatti lo scorso 5 luglio il rinnovo del Contratto collettivo nazionale del lavoro per i dipendenti del settore Turismo. A sottoscrivere il nuovo accordo Federalberghi e Faita, insieme a Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil. Questa nuova intesa, in vigore per il comparto italiano dal 1° luglio 2024 al 31 dicembre 2027, riguarda in particolare lavoratori e addetti del comparto ricettivo alberghiero, dei villaggi vacanza e dei camping. Tra le altre cose, oltre agli aumenti nelle retribuzioni, variabili a seconda dell’inquadramento, col nuovo contratto sono state introdotte forme di partecipazione delle lavoratrici e dei lavoratori alla vita dell’impresa, mirate a favorire il cambiamento e il benessere sui luoghi di lavoro, anche in un’ottica di genere.