Dalla metà del 2023 le vendite dei beni di lusso nel mondo hanno cominciato a rallentare, i fatturati di alcuni dei principali player del settore si sono stabilizzati o hanno indietreggiato, e i titoli sono in affanno in Borsa, trascinati soprattutto dal calo del business in Cina. Nel Paese del Dragone, infatti, stanno cambiando i consumi dopo la ‘scorpacciata’ di acquisti del post pandemia, e i cinesi benestanti prediligono oggi un lusso meno ostentato e prodotti spesso realizzati in patria.
Nonostante questo rallentamento delle vendite alto di gamma, il mondo dell’ospitalità di lusso si mostra, come spesso accade, resiliente. Ne ha parlato Matteo Lunelli, presidente di Altagamma, nel corso di Luxury Hospitality Conference che si è tenuto a Milano: “Il lusso esperienziale è molto più richiesto rispetto all’acquisto dei beni di lusso. E lo sarà sempre di più in futuro, quando aumenterà in modo consistente la platea dei benestanti. Oggi i consumatori di beni di alta gamma nel mondo sono 400 milioni, mentre nel 2030 saranno 500 milioni”.
Lunelli ha aggiunto che il turismo di alta gamma è una leva strategica di sviluppo per l’economia italiana, perché porta forti ricadute sul territorio. Infatti, il numero di 5 stelle rappresenta poco più del 2% sul totale del comparto alberghiero italiano, ma l’indotto che genera rappresenta invece il 25% dell’indotto totale del turismo nella Penisola. A questo si aggiunge il fatto che un hotel di lusso impiega il doppio dei dipendenti rispetto alla media del settore alberghiero e che la spesa del turista wealthy è nove volte la spesa media del visitatore in Italia. “Siamo il Paese più desiderato – ha concluso Lunelli – ma non il più visitato. E non siamo neanche nella ‘top of mind’ di alcuni turisti alto di gamma, come ad esempio i cinesi. Insomma, c’è ancora molto da fare”.
La resilienza dell’ospitalità di lusso è stata confermata anche da Alain Prost, presidente e CEO Ginori 1735, sempre durante l’evento milanese: “La caduta del business in Cina ci ha molto colpito e quest’anno le vendite retail hanno rallentato ma non quelle rivolte all’hospitality. Quest’ultimo canale ormai rappresenta un terzo del nostro fatturato. Gli altospendenti cercano il lusso esperienziale. Il consumatore è disposto a pagare molto per vivere esperienze straordinarie, uniche, appaganti, che non hanno mai vissuto prima”.
Gli ha fatto eco Aldo Melpignano, founder e CEO Egnazia Ospitalità Italiana: “Abbiamo avuto una fortissima crescita negli ultimi due anni e il 2024 si configura come un anno di consolidamento. Noto inoltre che l’hotellerie di lusso si sta avvicinando al segmento di mercato ‘luxury’ e non è legato solo a quello dell’ospitalità, a cui è sempre stato tradizionalmente associato. I 5 stelle infatti sono sempre più vicini al mondo della moda e del design. Sono tanti i beach club brandizzati dalle case di moda. Ormai i 5 stelle sono un bene di lusso e non solo una ‘fetta’ dell’ospitalità”.