Schizzano alle stelle i prezzi del mattone in Costa Smeralda. Le ville in immobili di pregio in prima fila e con accesso al mare, nella celebre costa nord orientale della Sardegna, oscillano tra 80mila euro e 125mila euro a metro quadrato. Prezzi monstre che sono stati comunicati a Pambianco Hotellerie da Mario Ferraro, vice presidente del Consorzio Costa Smeralda, durante la presentazione del libro edito da Assouline in omaggio ai 60 anni di questo ‘mito’ che è stato creato dal nulla (nel 1962 c’erano solo terreni incolti) dall’idea visionaria di Karim Aga Khan.
Ferraro, che è anche CEO di Smeralda Holding, ha raccontato alla stampa che questo tratto costiero di lusso è sempre più attrattivo per gli investitori, soprattutto stranieri, e ha citato due maxi acquisizioni avvenute quest’anno. Una si riferisce a una villa a Liscia di Vacca di 900 metri quadrati venduta per 80 milioni di euro e un’altra a un immobile di 400 metri quadrati ceduto a 50 milioni di euro a una miliardaria cinese.
Del resto, due anni di Covid sembra abbiano dato una spinta a una destinazione di lusso come la Costa Smeralda, tanto che Ferraro ha affermato che il 2022 sarà il miglior anno di sempre, con un fatturato per il gruppo in crescita rispetto al 2019 a oltre 106 milioni di euro. Il motivo per cui questa destinazione è più ricercata è legato alla sue caratteristiche ‘statutarie’, cioè a regole ferree che impongono il rispetto di criteri architettonici (volumetrie, materiali, colori) per tutte le costruzioni e perseguono un rapporto molto equilibrato tra ‘cemento’ e natura. “In Costa Smeralda – ha affermato il CEO – il turismo è a bassa densità, al contrario di quanto accade in altre destinazioni come Capri che sono overcrowded. Ciò che ci caratterizza e che risulta vincente nel post-Covid è che non puntiamo sui volumi ma su un turismo di qualità e infatti i posti letto ancora oggi sono 1.000, come erano nel 1965. Non sono aumentati. Questo è importante perché i viaggiatori cercano spazio, natura, ambienti aperti e non affollati. Non solo, da oltre 20 anni sono proibite nuove costruzioni in Costa Smeralda dal mare fino a 300 metri all’interno. Tutte le nuove inaugurazioni riguardano acquisizioni e ristrutturazioni di immobili esistenti, perché non è più possibile costruire da ‘zero’. Questo preserva la natura e gli spazi, motivo di attrazione per i turisti, ed è anche una ragione per cui i valori immobiliari salgono alle stelle, dato che gli edifici sul mercato sono a ‘numero chiuso’. Il restauro degli immobili inoltre deve passare al vaglio di un ‘comitato di sei architetti’ che analizzano tutte le proposte dei consorziati affinché siano coerenti con il fine ultimo di questa area che si estende per 2.300 ettari, e cioè quello di sviluppare benefici sociali ed economici per il territorio e realizzare un progetto a basso impatto ambientale, evitando un turismo di massa”.
Il manager ha sottolineato che il turismo rappresenta ‘ufficialmente’ il 9% del Pil della Sardegna, ma probabilmente la percentuale è anche superiore. La sola Costa Smeralda genera una ‘fetta’ di Pil attorno a 3-4 per cento, ovvero una fetta importante rispetto al totale del 9 per cento.
Riguardo alla forte pressione inflazionistica legata all’aumento dei costi energetici e delle forniture, Ferraro ha spiegato che gli hotel di Smeralda Holding hanno mantenuto la marginalità grazie all’incremento del fatturato e delle tariffe medie delle camere. Ad esempio, l’Hotel Cala di Volpe ha incrementato i prezzi quest’anno del 50%, per effetto del restyling che ha riposizionato ulteriormente la struttura verso l’alto, e in parte per effetto della pressione inflazionistica.
Riguardo alla ristrutturazione dell’Hotel Cala di Volpe, alcune delle 121 stanze hanno rinnovato arredi e introdotto la domotica a cura dello studio Dordoni Architetti e di 4BI&Associés di Bruno Moinard e Claire Bétaille. Sul versante tariffe, per citare qualche esempio, i prezzi di una stanza premium heritage vanno da 1.000 euro a 3.000 euro al giorno, mentre la Harrods Suite di 500 metri quadrati (con tanto di bar, wine cellar, terrazzo e piscina a sfioro) costa 39mila euro in alta stagione. Il restyling ha riguardato anche il ristorante Le Grand e altre aree della ristorazione, che hanno visto il lancio di Beef Bar e del ristorante firmato Nobu Matsuhisa.
Il timoniere del gruppo controllato dal fondo sovrano del Qatar ha terminato dicendo che la Costa Smeralda sta assistendo all’ingresso di nuovi player dell’immobiliare alberghiero, come Sixth Street che ha acquistato Le Palme Hotel & Resort a Porto Cervo e il Gruppo Statuto che ha rilevato Hotel Le Ginestre.