Quest’anno corre il sessantesimo della Costa Smeralda e Mario Ferraro, vice presidente del Consorzio Costa Smeralda nonché CEO di Smeralda Holding, ne ha tratteggiato i progetti di sviluppo durante l’evento celebrativo che si è svolto il 9 giugno, al Four Seasons Milano. “A inizio stagione, con l’avvio della guerra – ha raccontato – eravamo preoccupati per la mancanza del turismo est-europeo, che storicamente rappresenta il 20% del nostro fatturato. Negli ultimi mesi invece abbiamo assistito al ritorno dei mercati Usa, Sud America e Medio Oriente, nonché di quello domestico ed europeo, ingressi che hanno compensato la perdita del turismo russo. Tutto questo – conclude il manager – ci fa pensare che quest’anno sarà il miglior anno di sempre”.
A conferma di queste affermazioni, il ‘numero uno’ di Smeralda Holding ha comunicato i dati previsti per il 2022 che supereranno (anche se lievemente) quelli del 2019: il fatturato del gruppo controllato dal fondo sovrano del Qatar chiuderà a oltre 106 milioni di euro, con un ebitda di circa 36 milioni di euro. Forte crescita per Sardegna Resorts, società della holding che gestisce le attività alberghiere e che già ha fatto un balzo in avanti nel 2021 del 144% totalizzando 73 milioni di euro di fatturato, contro i 30 milioni del 2020.
Ferraro non si è sbilanciato sul brand che metterà la bandierina sulle big four dell’ospitalità a Porto Cervo, di proprietà di Smeralda Holding, al termine del contratto con Marriott. “Decideremo a fine anno” ha preannunciato il manager, ma rumors sostengono che il gruppo non rinnoverà l’accordo con il big statunitense. Stesso discorso vale per il quinto hotel in arrivo, che nascerà dalla riconversione del Cervo Tennis Club, a pochi passi dalla Piazzetta di Porto Cervo. Si tratta di un hotel di 40 camere con la presenza del concept di ristorazione Zuma, grazie a una partnership siglata con la multinazionale Azumi. “Cerchiamo un brand lifestyle – ha spiegato Ferraro – cioè un brand adatto a una nuova generazione di viaggiatori. Questo complesso rientra nel nostro progetto di diversificazione dell’offerta turistica, che si arricchisce di servizi complementari allo scopo di attrarre i Millennial e la generazione Zeta, nonché di allungare la stagione a sette mesi l’anno, da aprile a fine ottobre”. Intanto si è conclusa la ristrutturazione dell’Hotel Cala di Volpe, con nuove camere e un rinnovato beach club. Questi e altri interventi fanno parte del progetto da 120 milioni di euro per riqualificare e ampliare gli asset del gruppo (che conta hotel, ristoranti, real estate, la marina del porto e il cantiere navale).
Il timoniere di Smeralda Holding ha anche raccontato l’idea con la quale è nato il progetto Costa Smeralda, nel 1962: “Quando è nato questo complesso nella costa nord orientale della Sardegna, avevamo tre competitor: la Costa Azzurra, Portofino e Capri. Oggi ci confrontiamo con molte altre destinazioni del Mediterraneo che in qualche modo ci fanno concorrenza, come Ibiza, alcune località della Croazia e della Turchia. Ma la differenza è che queste ultime destinazioni hanno puntato sui volumi e sull’accrescimento dei posti letto, mentre la Costa Smeralda crede in un turismo di qualità e infatti i posti letto ancora oggi sono 1.000, come erano nel 1965”.
Infine, Ferraro ha ricordato gli obiettivi che aveva il ‘creatore’ di questo mito della Sardegna, il principe ismailita Karim Aga Khan, cioè sviluppare benefici sociali ed economici per il territorio e realizzare un progetto a basso impatto ambientale, “incredibile per quei tempi in cui non si parlava di sostenibilità” ha sottolineato. E ha aggiunto: “Lo sviluppo della Costa Smeralda ha sempre perseguito questi obiettivi, essendo una destinazione che vive in armonia con la natura e che si integra nel contesto sociale del territorio. Per questo limitiamo le nuove costruzioni e diamo delle regole ferree perché si mantenga l’equilibrio con la natura e con l’architettura”.
Durante l’evento al Four Seasons è intervenuto anche il sindaco di Arzachena, Roberto Ragnedda, raccontando la sua ‘idea’ di Costa Smeralda: “Dopo 60 anni si celebra un mito, qualcosa che ancora oggi suscita stupore. La Costa Smeralda è una meraviglia internazionale, è un sistema che ha fatto epoca. Autentici giganti l’hanno fatta nascere, persone lungimiranti. Stare all’apice del successo è ancora più complicato che costruirlo. La Costa Smeralda deve sapersi aprire sempre di più al territorio, verso la nostra cultura millenaria ed enogastronomica, i percorsi naturalistici, per allungare la stagione e proseguire la strada intrapresa verso la sostenibilità”.