L’incremento delle tariffe di quest’estate e la possibilità di un ulteriore rialzo nei prossimi mesi stanno creando un acceso dibattito nel mondo alberghiero. Gli hotel si trovano tra l’incudine e il martello, dato che il caro energia, l’inflazione, i rialzi sperticati delle forniture, portano gli imprenditori a ‘ritoccare’ i prezzi per ridurre la perdita di marginalità, ma, d’altro canto, l’aumento delle tariffe potrebbe indurre i turisti a non viaggiare o a limitare i giorni di pernottamento.
Nessun problema invece viene dal mondo del lusso, i cui fruitori sono totalmente anelastici a questa contingenza. È quello che è emerso dai panel del Luxury Hospitality Conference 2022, organizzato presso il nuovo Nh Collection Milano Citylife da Teamwork Hospitality. Nel corso di un dibattito, Valentina De Santis, CEO di Grand Hotel Tremezzo sul Lago di Como, ha affermato che “nel segmento dei viaggiatori di lusso c’è una totale ‘non resistenza’ al prezzo, di conseguenza i recenti aumenti non hanno avuto nessun impatto sul turista luxury”. De Santis ha aggiunto che, addirittura, questi clienti sono contenti di spendere di più laddove però ci sia un valore aggiunto. Affermazione condivisa da Ludovica Rocchi, brand director di R Collection Hotels, che ha sottolineato l’importanza che il cliente percepisca l’aumento delle tariffe in modo positivo: “C’è ancora margine per aumentare i prezzi, ma è necessario un adding value. Noi quest’anno abbiamo incrementato il butler service per i clienti delle suite, introducendo figure professionali dedicate esclusivamente a questi ospiti. Inoltre continuiamo a investire sull’outdoor: in alcune strutture amplieremo il giardino, la zona piscina e fronte lago, gli spazi della ristorazione e creeremo anche la ‘zona Jacuzzi’ all’esterno”.
Questi viaggiatori ‘anelastici’ sono soprattutto stranieri, americani in testa ma anche europei, e tra questi si nota una forte crescita dei Paesi scandinavi. Il mercato italiano è in crescita, ma come ha sottolineato Lugi Passera, amministratore delegato di LarioHotels, “nel mondo dei 1.000 euro il cliente italiano è complesso, per noi quindi rimarrà marginale”. Passera ha parlato del suo progetto imprenditoriale con il brand Vista, che è quello di portare il lusso dove ancora non c’è. “Siamo partiti con Vista Palazzo Lago di Como nel 2018, per approdare quest’anno a Verona, e presto lanceremo un altro progetto in Italia”.
Tornando ai clienti dei 5 stelle, gli operatori che hanno partecipato al Luxury Hospitality Conference hanno evidenziato anche le nuove esigenze di questi turisti, che hanno un diverso concetto del lusso rispetto al passato. Innanzitutto, Stefania Lazzaroni, GM di Fondazione Altagamma, ha detto che i consumatori del lusso sono sempre più globali e giovani, “un tempo l’acquirente altospendente era il 50enne americano, oggi un acquisto su due è fatto da asiatici intorno ai 20 anni, e proprio la loro età ha portato il concetto di lusso a essere meno ostentato e più inclusivo”. De Santis ha aggiunto che un tempo il lusso era ‘vivere qualcosa di eccezionale, di straordinario’, invece ora vengono a galla valori dimenticati: “Tra questi, il tempo, che è inestimabile e che i viaggiatori benestanti vogliono goderlo in modo intenso, ad esempio recuperando le gioie dimenticate, i ricordi di infanzia, le cose semplici, intangibili, legate alle relazioni umane. Viaggiare con il private jet – ha concluso – non è più eccezionale, fa parte dell’ordinarietà, mentre raccogliere una mela fresca direttamente dall’albero è già meno facile da vivere”.
Questo ritorno alla semplicità nelle fasce alte del lusso è legato anche alla cura maniacale dei dettagli, come ha osservato Antonio Sersale di Le Sirenuse a Positano, in costiera amalfitana: “Per me il lusso è la sala da pranzo illuminata con 500 candele da una persona che impiega quasi quattro ore per accenderle. Bisogna entrare nei dettagli ed essere molto minuziosi, perché l’originalità e la ricerca spasmodica della qualità fanno la differenza”.