Finalmente si lascia il 2019 alle spalle. Secondo l’Osservatorio Travel Innovation della School of Management del Politecnico di Milano, sia il fatturato del settore ricettivo sia di quello travel in Italia hanno battuto nel 2023 i livelli del pre-pandemia, come già stimato qualche mese fa.
Il comparto ricettivo ha raggiunto quota 36,6 miliardi di euro nel 2023 (+10% rispetto al 2019 e +13% sul 2022) e si stima potrà proseguire la sua crescita anche quest’anno, arrivando ad un totale compreso tra i 37,2 e i 41,2 miliardi. Il 56% del totale (online + offline) del comparto è fatto dal canale digitale, che nel 2023 vale 20,4 miliardi. Nell’arco di 4 anni, l’e-commerce ha aumentato di 12 punti la propria incidenza.
Per quanto riguarda le prenotazioni, il canale diretto rimane prevalente. In particolare, tornano a crescere di più quelle tramite online booking tool su sito o app (22%) a discapito delle dirette tramite e-mail, telefono e di persona (33%). In leggero aumento anche il transato tramite online travel agency (Ota) e altri intermediari online (34%).
Un risultato raggiunto, riferisce la ricerca del Politecnico, grazie alla ripresa dell’incoming che ha portato le presenze nelle strutture ricettive a crescere del 13% nel primo semestre anno su anno, ma anche grazie all’aumento del 12% delle tariffe alberghiere]. In forte ascesa risultano il comparto dell’extra-alberghiero, i cui servizi stanno facendo sempre più presa anche sul segmento business e quello dell’open air, che ha registrato una forte accelerazione negli anni del covid, raggiungendo un valore stimato tra i 2,5 e i 3 miliardi di euro.
Anche i trasporti dimostrano il pieno recupero dalla pandemia, raggiungendo l’anno scorso un totale di 23,8 miliardi e una previsione di crescita per il 2024 del 12% (6% nello scenario pessimistico, 18% in quello ottimistico). Anche in questo caso è la componente digitale a trainare il settore: con un totale di 16,9 miliardi nel 2023, oltre 7 euro su 10 spesi nell’ambito dei trasporti (71%) derivano infatti dall’e-commerce.
Le instabilità geopolitiche quindi non hanno impedito la crescita, come osserva Filippo Renga, direttore dell’Osservatorio Travel Innovation: “Il revenge travel, quello spirito di rivalsa che avrebbe dovuto portare a viaggiare molto di più rispetto al pre-pandemia, è stato frenato solo in parte da guerre e tassi di inflazione, grazie anche a una diffusa capacità di garantire forme di flessibilità che hanno agevolato i viaggiatori”.
I dati della ricerca mostrano che anche il turismo organizzato in Italia vive un forte rimbalzo rispetto al 2022 con i valori che tornano in linea con quelli pre-pandemia: il comparto del tour operating cresce del 40%, mentre quello delle agenzie di viaggio del 26 per cento.