Un modello diffuso soprattutto nel nord Europa quello degli ‘appartamenti serviti’ e che sta prendendo piede anche in Italia, come dimostrano i casi di Starhotels e di J.K. Place. I numeri del fenomeno sono stati presentati nel corso dell’Hospitality Forum organizzato da Castello Sgr e Scenari Immobiliari: il Regno Unito conta il 15% dell’offerta complessiva, la Germania l’8,7% e la Francia il 4,3 per cento. In totale in Europa sono presenti 230mila appartamenti che godono dei servizi di un hotel, ovvero 4.600 strutture che hanno 50 unità medie per struttura.
Il 30% dei serviced apartment è brandizzato, fa capo cioè a un marchio noto nel mondo alberghiero: significa 650 strutture con 120 unità medie per struttura. Entro il 2025 si prevedono 65 aperture di building brandizzati, per un totale di 8.750 unità abitative.
Arrivando all’Italia, i numeri sono molto più piccoli ma anch’essi in crescita. Attualmente sono 3.150 gli appartamenti ‘serviti’, ovvero 90 strutture con 35 unità abitative medie a struttura. Per quanto riguarda i brandizzati, la percentuale è inferiore rispetto a quella europea, e sfiora il 18% sul totale, ovvero 560 appartamenti per sette strutture e 80 unità abitative medie per building.
Le aperture previste nel Belpaese entro il 2025 sono tre con 450 unità abitative.
“Gli appartamenti serviti – ha specificato Francesca Bianchi di Scenari Immobiliari – appartengono, a livello catastale, alla categoria degli alberghi e non al residenziale”.