Il Pnrr si rivela un’opportunità di rilancio del termalismo, in un’ottica di integrazione. Ne parla a Pambianco Hotellerie il presidente di Federterme, Massimo Caputi, sottolineando che il sistema termale italiano è fortemente frazionato, con 326 concessioni termali di cui circa 300 in esercizio, a fronte di un sistema europeo che va verso le aggregazioni. Per fare un esempio, la Francia ha tre grandi gruppi, ognuno dei quali conta una ventina di complessi, e anche la Spagna conta dimensioni maggiori rispetto al panorama ‘atomizzato’ italiano.
“Il tema della dimensione – spiega Caputi – è molto importante per competere a livello europeo. Sarebbe opportuno per il sistema termale italiano avere una piattaforma unitaria con un sistema di aggregazione. In quest’ottica, abbiamo presentato il progetto ItalyCare sul turismo sanitario”. Il presidente di Federterme fa riferimento all’hub digitale del turismo che nascerà grazie a 114 milioni di euro stanziati dal Pnrrr con l’obiettivo di mettere a sistema integrato l’intera offerta turistica nazionale. L’hub digitale sarà cioè il punto di raccordo tra domanda e offerta turistica e servirà anche come strumento di analisi, marketing intelligence, promozione e valorizzazione dell’offerta. Il settore del benessere potrebbe diventare un modello di integrazione verticale all’interno dell’hub, con l’offerta del turismo termale in un’unica piattaforma, che integri le strutture sanitarie, ricettive e del benessere, insieme agli enti territoriali, ai ministeri, alle associazioni di categoria, alle agenzie di viaggio e tour operator.
Il focus di questo progetto è sul turismo sanitario, che comprende sia il turismo medicale di pazienti che viaggiano per accedere a specifici servizi per la diagnosi e la cura delle malattie, sia il turismo del benessere per migliorare la qualità di vita fisica e psichica. “In Italia – illustra Caputi – siamo deficitari nell’ambito del turismo della salute. Le persone vanno a operarsi e a riabilitarsi all’estero, e tra l’altro nella Penisola non esistono tour operator organizzati su questo tipo di servizio, che genera invece grandi flussi. Le terme, nel post-Covid, giocano un ruolo importante, ad esempio nell’ambito della riabilitazione polmonare”.
Secondo le analisi di Federterme, nel 2019 il turismo del benessere ha superato i 13,3 miliardi di euro, in aumento del 10% rispetto al 2017. Secondo alcune stime, nel 2020 il valore è crollato a 2,5 miliardi di euro (-81%). Tuttavia si stima che già nel 2022 il turismo wellness potrebbe superare i valori del 2019 (a differenza della dinamica prevista nell’ambito del turismo medicale): secondo Enit infatti, il comparto turistico generale nel 2022 supererà i livelli pre-Covid realizzando una crescita di 2 punti percentuali.
Uno sviluppo significativo del turismo termale della salute, continua lo studio di Federterme, avrebbe un impatto rilevante sul sistema economico in termini di contributo diretto, indiretto e indotto attivando una serie di servizi e filiere collegate. Questo turismo inoltre consentirebbe di destagionalizzare i flussi di presenze e di allungare la permanenza media dei soggiorni.
Sempre secondo i dati dell’associazione, in Italia il turismo medicale ha superato nel 2019 i 2 miliardi di euro, in aumento del 29% rispetto al 2017. I cittadini italiani che scelgono di farsi curare all’estero sono invece circa 200mila e, tra le ragioni di tale scelta, figurano la ricerca di maggiore convenienza economica per cure dentarie, la chirurgia estetica e ricostruttiva e il trapianto dei capelli. Sono invece 5.000 gli stranieri che vengono a curarsi in Italia per prestazioni a elevato tasso di specializzazione. Il valore del turismo medicale è destinato ad aumentare significativamente in Italia nei prossimi anni (+8% nel 2021 e +46% dal 2022 al 2023).
Per quanto riguarda i 326 stabilimenti termali nella Penisola, sono dislocati su tutto il territorio nazionale e accolgono ogni anno 3,9 milioni di clienti, costituito per l’88% da italiani e per il rimanente 12% da stranieri (concentrati soprattutto nella zona dei Colli Euganei e sull’Isola d’Ischia). Le più note aree termali sono generalmente localizzate in particolari contesti naturali di rilevante biodiversità e con una offerta turistica legata alla cultura e alle tradizioni dei luoghi molto ricca.
Alla richiesta di un commento sull’andamento del bonus terme stanziato dal Governo, Caputi ha risposto: “È stato un grandissimo successo che rischia di diventare un grandissimo insuccesso. Abbiamo chiesto al Governo l’estensione nel decreto Milleproroghe del godimento del bonus almeno di 90 giorni, perché la scadenza dell’8 gennaio è troppo ravvicinata e, data le ultime misure di sicurezza che hanno portato alla cancellazione dei viaggi, si rischia di perdere questo incentivo. Se la situazione rimanesse quella attuale, il 60% del bonus andrà perso. Fino ad ora – continua il presidente di Federterme – sono stati utilizzati il 35% dei bonus”.