Nuove misure per il turismo nel decreto Sostegni ter appena varato dal Governo, che hanno soddisfatto solo in parte le richieste delle associazioni e del ministro del Turismo Massimo Garavaglia, che ha parlato di ‘bicchiere mezzo pieno’.
“Il Governo – illustra il ministro – ha riconosciuto la fase di difficoltà attraversata dall’intera industria del turismo. È stato aumentato di 100 milioni di euro Il fondo unico nazionale del turismo (si chiedeva un finanziamento di oltre 300 milioni, ndr) , in aggiunta ai 120 milioni stanziati con la legge di bilancio. Ed è stata accolta la nostra richiesta di dedicare una quota (40 milioni di euro) alla decontribuzione per i lavoratori stagionali del turismo e degli stabilimenti termali. In più, è stato previsto un finanziamento di oltre 128 milioni come credito d’imposta da riconoscere agli operatori turistici per gli affitti di immobili”.
Per quanto riguarda la richiesta di ammortizzatori sociali, gli imprenditori costretti dalla crisi a mettere in cassa integrazione ordinaria i propri lavoratori sono esonerati dal pagamento della contribuzione addizionale fino al 31 marzo 2022. La misura riguarda le aziende dell’intero comparto turistico: alberghi, b&b, agenzie di viaggio e tour operator, ristorazione, parchi tematici, terme, attività ricreative, impianti di risalita e bus turistici. Non si tratta di cifre importanti, perché, come scrive Travelquotidiano.it, ammontano al 9% della retribuzione per le richieste di Cig fino a 52 settimane, e al 4% per chi utilizza il Fondo di integrazione salariale. In totale, sono destinati 80,2 milioni per il 2022.
Pambianco Hotellerie ha chiesto un commento sulla nuova Cig ‘scontata’ a Maria Carmela Colaiacovo, presidente di Associazione Italiana Confindustria Alberghi: “Abbiamo sostenuto con forza la richiesta di una proroga della cassa covid, almeno una soluzione ponte per permettere il passaggio ai nuovi ammortizzatori previsti dalla riforma, considerato che le condizioni che costringono molte aziende a far ricorso alla cassa da molti mesi (per alcuni ininterrottamente dall’inizio della crisi) sono assolutamente le stesse senza soluzione di continuità. La mancata proroga della cassa Covid costringe le imprese ad avviare ex novo le procedure necessarie con un ulteriore dispendio di tempo e di energie in una fase così drammatica della loro realtà d’impresa. Gli operatori dovranno confrontarsi con un nuovo iter burocratico per dimostrare quanto è sotto gli occhi di tutti da ormai oltre due anni di crisi. Seguire procedure in tempi strettissimi peraltro con un impatto anche sulla richiesta di pagamento diretto, che, evidentemente, non potrà arrivare in data utile costringendo le realtà alberghiere, in una fase così delicata, a dover anticipare. Il decreto prevede anche altri interventi, tre mensilità di bonus affitti, un’integrazione al fondo turismo del ministero e un primo intervento sul costo dell’energia in bolletta. Un primo passo, ma che certamente da solo non basta a supportare le imprese che stanno affrontando un periodo davvero drammatico. È necessario lavorare ad interventi organici e a una strategia mirata per accompagnare queste aziende fuori dalla crisi”.
“Il mancato prolungamento della moratoria sui finanziamenti, mutui e prestiti – continua Astoi – sta già lasciando dei caduti sul campo e molte di più saranno le imprese che subiranno pesanti conseguenze fino alla definitiva chiusura se non si interverrà in modo mirato sul settore. Vale la pena ricordare che il comparto complessivamente considerato conta 13.000 imprese che nel 2019 fatturavano 13,3 miliardi di euro. Nel 2020 il fatturato del comparto è sceso a 3,1 miliardi, con una perdita rispetto al 2019 pari al 76,69%, mentre nel 2021 si è attestato intorno a 2,5 miliardi, facendo registrare una perdita ancora più significativa rispetto al 2019 (81,20%)”.
Sempre in merito agli ammortizzatori sociali, Astoi Confindustria Viaggi ha dichiarato: “La richiesta ribadita più volte dal comparto era quella di prorogare la cassa Covid, mentre il Governo ha scelto di mettere a disposizione delle imprese in crisi gli strumenti ordinari che sono stati oggetto di riforma, con la sola esenzione sul contributo addizionale a carico dei datori di lavoro. Si tratta di una soluzione del tutto inadeguata, in quanto gli ammortizzatori ordinari prevedono normalmente un’anticipazione del salario da parte dei datori di lavoro e le imprese, in fortissima crisi di liquidità, non sono minimamente in grado di fare fronte a tali esborsi. Per ottenere il pagamento diretto da parte di INPS, le aziende dovranno produrre tutta una serie di documenti che invece, per la cassa Covid, non dovevano produrre per dimostrare la palese ed oggettiva crisi finanziaria in corso. Le procedure legate agli ammortizzatori ordinari previsti dal decreto sono quindi molto più lunghe e complesse di quelle della cassa Covid e le imprese e i lavoratori del turismo organizzato – che hanno già esaurito la fruizione dei periodi concessi al 31 dicembre 2021 – non possono più permettersi di attendere tempi lunghi e incerti. Le aziende saranno quindi costrette a licenziare a breve migliaia di lavoratori”.
Soddisfazione invece da parte di Federterme Confindustria, che ha visto prorogato l’uso del bonus terme come richiesto. Il presidente Massimo Caputi ha dichiarato a Pambianco Hotellerie: “Grazie all’intervento diretto dei ministri Giorgetti e Garavaglia è stata prorogata con l’ultimo decreto Covid la durata dei bonus già acquisiti dai cittadini che erano scaduti l’8 gennaio 2022. Circa 150mila italiani che avevano già acquisito il bonus hanno mantenuto il diritto di fruirne entro il 31 marzo 2022. La misura sta diventando una best practice europea e a Les Thermalies di Parigi, evento mondiale del termalismo, è stata analizzata da altri Paesi europei come un modello da imitare. Il bonus ha attivato un circolo virtuoso di benessere e turismo con un forte effetto moltiplicatore sulla spesa a vantaggio delle aree termali”.