Un ambizioso piano di aperture per Six Senses in Italia, gruppo che conta nel mondo un selezionato ‘parterre’ di hotel e resort, attualmente 20 in 17 Paesi. Lo sviluppo nella Penisola quindi acquista un forte valore, considerando l’attenzione che il marchio, parte di Ihg Hotels & Resorts, pone nelle sue politiche di espansione. Lo ha rivelato il CEO Neil Jacobs a Pambianco Hotellerie, sottolineando che, dopo l‘apertura di Six Senses Rome prevista per l’inizio del 2023, il gruppo metterà la sua bandierina su altre destinazioni nello Stivale, per un totale tra cinque e sette strutture.
Jacobs spiega così le ragioni dell’interesse verso il Belpaese: “L’Italia è sempre stata nei nostri radar. Ho un legame personale e affettivo con l’Italia perché sono andato a scuola a Firenze e ho iniziato la mia carriera in Sardegna. Ci è voluto un po’ di tempo per trovare l’opportunità giusta per il debutto di Six Senses in questo Paese, ma l’imminente apertura dell’hotel a Roma dimostra che ne è valsa la pena”.
IL CEO vede nella Penisola un momento di grande evoluzione e prospettive crescenti di business: “L’Italia rappresenta per noi una grande opportunità, dove intendiamo espanderci. Ogni nuova struttura deve dare valore aggiunto alla precedente. Non sto parlando in termini di quantità, né di design o di contesto, ma piuttosto di unicità di ogni singola struttura e del contributo che può dare alla nostra collezione di hotel. È questo il caso di Six Senses Antognolla in Umbria, ora in costruzione e di prossima apertura, e spero saremo presto in grado di annunciare nuovi progetti nei mesi a venire. Ci sono sempre delle problematiche che possono impattare sulla crescita, ciò nonostante posso dire che da un punto di vista di aperture e di sviluppo dei progetti abbiamo gestito bene il periodo della pandemia. L’Italia è un Paese unico, con il proprio sistema legale ed amministrativo. Bisogna solo sapere le regole”.
Riguardo al debutto nella Capitale, la General Manager di Six Senses Rome Francesca Tozzi ne spiega gli elementi differenzianti: “Rispetto agli alberghi esistenti, la nostra ospitalità sarà focalizzata su un prodotto di per sé innovativo. Da un lato siamo la prima proprietà in Italia e il primo urban hotel del gruppo, e quindi rappresentiamo il punto di svolta nell’evoluzione dell’ospitalità di Six Senses. Dall’altro lato, caleremo in un contesto cittadino elementi cardine della filosofia Six Senses quali la sostenibilità tramite l’Earth Lab, l’emotional hospitality e il wellness attraverso la spa con i bagni romani e l’Alchemy Bar, nonché la possibilità di conoscere il potere terapeutico di erbe e piante sotto la guida esperta dei terapisti Six Senses. Sono decisamente dei concetti nuovi nel panorama alberghiero romano”.
Per la new entry della catena, le aspettative sono molto alte per le attività f&b e spa. Tozzi spiega che “nonostante le camere rimangano la principale fonte di ricavi”, Six Senses Rome nutre l’ambizione e la fiducia che questi business supereranno i tradizionali livelli di revenue. “Solitamente – aggiunge la GM – la quota di fatturati per l’f&b è del 20% e quella della spa del 3-4 per cento. Siamo fiduciosi che queste due attività portino ad una percezione diversa dell’hotel e di come gli spazi che offre possano essere vissuti”.
