L’Italia conta oggi 32mila alberghi, ma secondo Giampiero Schiavo, il numero è destinato a diminuire drasticamente. L’AD di Castello Sgr ha ipotizzato, durante lo scorso convegno all’Università Bocconi promosso da Associazione Italiana Confindustria Alberghi, che nei prossimi anni usciranno dal mercato più del 30% delle strutture, perché inadeguate o non riqualificabili per le loro dimensioni e lo stato dell’immobile, e non di interesse per gli investitori.
Questa emorragia porterà alla crescita del ‘peso’ delle catene di hotel sul mercato, che tra l’altro stanno entrando in gran quantità nella Penisola, e che, secondo quanto aveva già previsto Schiavo l’anno scorso, potrebbero superare la quota del 10% (nel 2022 l’indice di penetrazione delle catene è pari al 6,6%).
Il manager ha spiegato che Castello Sgr è il primo operatore immobiliare alberghiero in Italia con un miliardo di euro in hotel, 36 strutture e 5.000 camere, di cui per alcune la società ha anche la gestione diretta, e altre vengono date in affitto o in management contract. “Stiamo vivendo una situazione di grande incertezza. In finanza siamo abituati a ragionare nell’arco di 3-5 anni, ma oggi la volatilità ha ridotto i tempi. Per crescere il mercato alberghiero deve puntare sul’aggregazione e per questo servono capitali per investire nel real estate. La separazione degli asset serve per ottimizzare il rendimento, ma la regia della proprietà e della gestione deve essere unica”.
Il mercato alberghiero attualmente sta vivendo un momento di grande fermento, come ha ricordato, in apertura del convegno, Maria Carmela Colaiacovo: “Da maggio 2022, il settore ricettivo italiano ha avuto una ripartenza esplosiva e i segnali sono molto positivi per il 2023, che sarà probabilmente l’anno in cui si tornerà ai livelli pre-pandemici. L’occupazione – ha sottolineato la presidente di Associazione Italiana Confindustria Alberghi – è ancora al di sotto dei dati 2019, circa un un -12% in meno, ma con alcuni segmenti – luxury e upper midscale – in cui si è recuperato oltre il 91% dell’occupazione. In ogni caso, la redditività alberghiera ha già abbondantemente superato i livelli pre pandemia”.
Colaiacovo ha aggiunto che la domanda si conferma alta anche per i prossimi mesi ed in particolare per Pasqua e ponti di primavera. Milano, Firenze, Roma e Venezia hanno già prenotazioni superiori a quelle del 2022.