L’aumento dell’Adr degli hotel in Italia ha raggiunto livelli molto alti da gennaio a maggio 2023, con un rialzo del 38% sul 2019 e con punte di crescita del 62% nel caso di hotel 5 stelle nei primi cinque mesi dell’anno. Sono dati forniti da Str durante lo scorso Hospitality Forum organizzato da Castello Sgr e Scenari Immobiliari, che fanno emergere il dubbio se la crescita sia sostenibile in futuro o si tratti piuttosto di un mercato ‘drogato’.
Dubbio avanzato da Antonio Cipparrone di Rothschild & Co: “Nel 2022 sono state effettuate transazioni immobiliari alberghiere con multipli record, mentre nel 2023 è molto più difficile portare a termine questi deal. Il motivo è sicuramente legato all’aumento del costo di finanziamento delle operazioni a causa dell’impennata dei tassi di interesse, ma gioca un ruolo importante anche il tema della sostenibilità dei tassi di crescita del settore alberghiero a livello di Adr e di risultati operativi. Gli investitori avanzano dubbi sul mantenimento dell’asticella, che forse è salita in modo eccessivo. Si evidenzia infatti una distanza troppo ampia tra prezzo richiesto e prezzo offerto. Questo atteggiamento cauto si nota anche in Borsa, che premia gli operatori asset light, le cui azioni sono tornate ai livelli del 2019, mentre le quotazioni del real estate sono più basse”.
Dal mondo degli investitori immobiliari, quindi, emergono insicurezze sulle aspettative di crescita del mercato alberghiero. A questo si aggiunge la considerazione di altri operatori che parlano di ‘effetto champagne’ legato alle tariffe, il cui innalzamento è spinto dal revenge tourism e dalla crescita dell’inflazione.
Tra gli addetti ai lavori nel mondo dell’ospitalità di lusso la previsione è chiara, come ha sottolineato Francesco Cefalù, da poco nominato chief development officer di Mandarin Oriental: “Il boom delle tariffe negli Stati Uniti si è già fermato, anzi i prezzi hanno cominciato a scendere. Lo stesso downward avverrà in Europa l’anno prossimo”. Gli ha fatto eco, sempre durante l’Hospitality Forum, Valeriano Antonioli di Lungarno Collection, sottolineando che, seppure tutte le metriche siano positive, si teme una frenata dell’Adr degli hotel.
Il punto è capire se l’eventuale discesa delle tariffe coinvolgerà anche il mondo della ricettività di lusso, di solito anelastica rispetto ai movimenti del mercato.