I risultati positivi di inizio 2023 avevano creato le aspettative per un’estate da record. E invece il turismo ha subito una battuta di arresto. A registrare una performance negativa è stata proprio la domanda interna con una netta flessione degli italiani (-5,7%). Crescono, invece, e salvano la stagione, gli stranieri con un aumento del 3,6 per cento. In totale il trimestre estivo 2023 potrebbe chiudere con un -1,4% di pernottamenti.
Sono i dati forniti da Assoturismo Confesercenti, che traccia un bilancio dei mesi di giuno, luglio e agosto 2023 attraverso le analisi del Centro Studi Turistici di Firenze, su un campione di 1.449 imprenditori della ricettività.
In valori assoluti, i turisti registrati nelle strutture ricettive risulterebbero circa 50,5 milioni, per un totale di circa 207 milioni di pernottamenti, 3 milioni in meno rispetto al 2022.
Nel dettaglio si assiste ad una marcata flessione del movimento turistico delle località marine (-3,2%) e delle aree rurali e di collina (-3,1%). Una buona crescita è stata segnalata dalle strutture delle città e dei centri d’arte (+2,7%), mentre per quelle dei laghi e della montagna le stime indicano una sostanziale stabilità. In flessione anche l’offerta termale.
Per le provenienze dall’estero, secondo Assoturismo i mercati che hanno fatto registrare una crescita significativa risultano i francesi, olandesi, statunitensi e polacchi.
“Il turismo estivo – ha affermato Vittorio Messina, presidente di Assoturismo Confesercenti – ha tenuto ma siamo sicuramente sotto le attese di inizio stagione. Ad incidere sui flussi turistici l’inflazione, che da un lato non ha permesso alle aziende di mantenere stabili i prezzi e dall’altro ha intaccato la capacità di spesa dei turisti; la tragica alluvione dell’Emilia Romagna, a cui si sono aggiunte le prolungate ondate di calore e l’incertezza meteo; l’impennata delle tariffe aeree sulle tratte nazionali e le difficoltà operative dei voli da e per la Sicilia; la mancanza del mercato russo e ucraino assenti ormai dall’inizio della guerra. E per il mese di settembre non c’è ottimismo, anche se la situazione potrebbe migliorare. Bisogna supportare l’intera filiera dell’economia turistica, utilizzando le risorse del PNRR per affrontare i problemi storici del nostro turismo, come ad esempio il nodo infrastrutture, e intervenire per contrastare e ridurre gli effetti dei cambiamenti climatici”.
Guardando però al ‘peso’ dei turisti e non al ‘numero’ degli stessi, i dati preliminari sul mese di agosto forniti da Str-Costar aprono a riflessioni più positive: con un tasso di occupazione al 68,8%, e quindi inferiore rispetto al 70,7% dell’agosto 2022, l’Adr degli alberghi italiani è salito a 250,07 euro, ovvero +7,2% rispetto ai 235,35 dello stesso mese dell’anno precedente, e uno scatto lo ha fatto anche il Revpar a 172,10 euro contro 165,09 euro del 2022.