Procede a ritmo serrato il percorso di crescita di Mangia’s Resort & Club, ‘evoluzione’ di Aeroviaggi. Dopo l’accordo con Hotel Investment Partners (Blackstone) di due anni fa, si sono fatti più concreti i passaggi verso l’approdo a Piazza Affari, progetto su cui il gruppo lavora da tempo. L’obiettivo è arrivare a una quotazione della management company sul listino principale milanese nel giro di tre-quattro anni, ovvero quando grazie alla realizzazione del business plan sarà possibile, secondo la società, arrivare a una capitalizzazione di almeno 600-700 milioni Non solo. A breve è attesa un’altra novità: nella strategia del gruppo è prevista la ricerca di nuove possibili operazioni sia con Blackstone che con primari fondi istituzionali, al fine di continuare nel percorso di crescita*.
A parlarne è stato il CFO del gruppo Andrea Mangia che spiega come il punto di svolta verso questo orizzonte sia stato proprio l’accordo con Blackstone. “A dicembre 2021 abbiamo avviato una profonda riorganizzazione iniziando a separare, per sei delle 13 strutture allora detenute, il business immobiliare da quello gestionale – sostiene il manager – . Per l’attività immobiliare abbiamo aperto le porte del capitale a Blackstone tramite Hip, mentre per l’attività di gestione, guardiamo allo sbarco sul listino principale di Piazza Affari. Questa volta – dopo un primo tentativo nel 2020 poi accantonato per via della pandemia – l’obiettivo è quello di una Ipo di prim’ordine, ovvero un collocamento a valutazioni soddisfacenti”.
Indispensabile quindi è stata la separazione degli asset, perché la coesistenza di mura e gestione pesava sulla valutazione della società. Il manager ricorda: “Già nel 2019 (e quindi prima dell’accordo con Blackstone ndr), gli advisor contattati per esaminare la possibile quotazione in Borsa avevano valutato la società dieci volte il margine operativo lordo, un multiplo inferiore rispetto alla valutazione delle due attività prese singolarmente: si parlava di 12-15 volte l’ebitda per il business immobiliare e 15-20 volte l’ebitda per le società di pura gestione”. Il manager rimarca come si parlasse all’epoca di una valutazione del gruppo intorno ai 150 milioni di euro quando i soli immobili valevano 230 milioni. “Va da sé che l’operazione con Blackstone, oltre all’immenso capitale di competenza che ci sta portando, ha girato a multipli allineati al mercato, rivelandosi un’operazione perfetta per il nostro gruppo” ribadisce Mangia.
Il percorso, sostiene il CFO, non è ancora stato completato per tutte le strutture del gruppo, ma la via intrapresa è stata finora più che soddisfacente sia per le esperienze apportate dal partner per “base manageriale, best practice, strategie di finanziamento, spinta propulsiva tecnologica, velocità di crescita e aumento del capitale umano”, sia per la possibilità di sbloccare capitali da investire nell’espansione: finora 100 milioni (in aumento rispetto agli 85 milioni inizialmente previsti e predisposti pro quota dal fondo e dalla famiglia). I numeri danno ragione a Mangia: la società si appresta a chiudere il 2023 con un giro d’affari di 110 milioni (dopo 81 milioni nel 2022 e 50 milioni nel 2021) e con un ebitda di 16,5 milioni di euro, più del doppio rispetto a quanto realizzato un anno fa.
Intanto il gruppo continua a cercare nuove strutture su cui investire, anche tra city hotel, alberghi sul Garda e sul Lago di Como. Entro fine 2023 e inizio 2024 dovrebbe essere firmato un accordo di pura gestione per una o più strutture alberghiere*. Al fondo quindi dovrebbero far capo le mura, mentre Mangia’s si dovrebbe occupare della gestione.
*Notizia modificata il 7 settembre alle ore 10,40
Mangia’s segnala che nella ricerca di un fondo è incluso anche Blackstone, diversamente da quanto comunicato in precedenza