Nei caldi giorni d’estate le pagine dei quotidiani riportavano i dati di un calo inaspettato di turisti locali in Italia. Secondo i dati diffusi a fine agosto, il 28% degli italiani ha optato per la vacanza all’estero, spinti spesso dalle offerte più convenienti. Da contraltare, c’è da segnalare l’importante ritorno nel Belpaese degli stranieri che hanno preferito i lidi e le città d’arte lungo lo Stivale a quelle di Francia e Spagna. Tuttavia, le stime primaverili che auspicavano un tutto esaurito in Italia sono rimaste un pronostico che non si è poi tradotto in realtà.
La notizia non va però letta in senso negativo o in chiaroscuro. La verità è che occorre una volta per tutte superare il concetto che in questa industria il successo o meno sia il frutto di un semplice conteggio del numero di arrivi. È oramai una visione semplicistica che non considera il concetto più importante: i turisti non si contano, appunto, ma vanno ‘pesati’ in base alla spesa sostenuta in vacanza.
Da tempo si parla della necessità di scegliere un ‘turista prioritario’ attorno al quale sviluppare l’intero pacchetto dell’offerta ricettiva del nostro paese. E il prototipo del nostro ospite non può essere più legato del turismo di massa, retaggio del Dopoguerra. Il nostro sistema di costi (personale, gestione, tasse…), ma anche il livello della nostra offerta culinaria e la bellezza oltre che la fragilità dei nostri monumenti non può che portarci a scegliere la qualità e non la quantità.
Il nostro Paese insomma, non può che rivolgersi ad un pubblico di fascia alta e premium, andando, di conseguenza, a investire in strutture quattro e soprattutto cinque stelle.
Ma se l’Italia deve diventare la destinazione del turismo premium, non si può dall’atro lato rincorrere la fascia media degli italiani, anche se questi rappresentano una fetta rilevante del turismo nazionale, perché è un segmento che, per questioni di budget, si orienterà alla ricerca di soluzioni alla propria portata dal punto di vista economico, con buona pace di tutti se queste sono dall’altra parte dell’Adriatico o in altre località internazionali. I ricavi per noi arriveranno invece sempre più dall’incoming straniero, orientato a scelte di alto livello in grado di valorizzare e apprezzare, anche monetariamente, un Paese unico al mondo come l’Italia, con le sue bellezze artistiche e storiche ineguagliabili e al contempo fragili.