Pur con una riduzione del tasso di occupazione in alcune destinazioni di lusso italiane, il mercato dei 5 stelle nella Penisola si appresta a chiudere l’anno con ricavi medi molto alti, grazie a indici di crescita dell’Adr che, nella prima parte dell’anno, sono stati superiori a quelli europei, e con margini altrettanto in salita.
È il sentiment che è emerso nel corso della Luxury Hospitality Conference che si è tenuta a Milano giovedì 28 settembre e che ha chiamato a raccolta i ‘timonieri’ di gruppi alberghieri del lusso e di realtà indipendenti di eccellenza.
Parlando di volumi, molti interventi hanno sottolineato il forte aumento dell’Adr e anche dei ricavi, fino ad oggi, che fanno pensare a stime in crescita sull’anno: “Noi quest’anno abbiamo aumentato la tariffa media per camera del 20% – ha osservato Valeriano Antonioli di Lungarno Collection – e addirittura durante la settimana della moda a Milano abbiamo avuto un Adr sopra 3.000 euro. L’anno prossimo però è un’incognita, non è detto che queste cifre potranno rimanere, anche perché dipende da come si posizionerà il dollaro, e si spera che non scenda di valore per sostenere ancora l’arrivo degli americani in Italia”.
Elisabetta Dotto, che gestisce i boutique hotel Ambra Cortina ed Excess Venice, ha previsto per quest’anno una crescita dei ricavi del 25% e Luca Finardi di Mandarin Oriental Milan ha aggiunto che aumenta anche la marginalità: “L’80% della profittabilità di un albergo viene dalle camere, per cui l’aumento della tariffa media traina anche i margini. La profittabilità però va reinvestita sull’albergo e sul personale, che è sempre più una chiave di volta dell’ospitalità. Siamo soddisfatti ad esempio che siano state detassate le mance, passando dal 50% al 5 per cento”. Guesto argomento gli fa eco Giuseppe Rossi di Roberto Naldi Collection: “Per il futuro dobbiamo abituarci a margini ridotti perché i costi operativi sono in aumento, soprattutto quelli del personale, e del resto non si può continuare ad aumentare l’Adr altrimenti il cliente non lo giustifica e non vede il ritorno”.
Alcuni albergatori hanno sollevato le difficoltà nel fare impresa in Italia. Alessandra Felluga di Castello di Buttrio ha spiegato, ad esempio, che per realizzare una piscina nel suo complesso ha dovuto attendere 11 anni. E problematiche simili sono state avanzate da altri relatori. Differente invece l’esperienza all’estero, come ha raccontato Attilio Azzola di The Cocoon Collection, che conta diversi resort tra Zanzibar, Maldive e Sri Lanka: “Siamo una società familiare italiana, la cui avventura nell’Oceano Indiano è partita nel 1980, quando mio padre si ‘innamorò’ dello Sri Lanka e portò lì tutta la famiglia aprendo un albergo. Da allora il gruppo si è ampliato, e, nel corso degli anni, abbiamo anche pensato di aprire qualcosa in Italia, nello specifico in Liguria, ma i vincoli dei Beni Culturali, i tempi lunghi della burocrazia e la difficoltà ad avere finanziamenti ci hanno fatto desistere dal progetto”. Azzola infatti ha spiegato che alle Maldive, in pochi mesi, il Governo concede l’autorizzazione a comprare un’isola, i finanziamenti delle banche sono rapidi, e così nel giro di due anni il resort è già operativo e crea reddito. Questo non toglie alla famiglia il sogno di creare qualcosa in Italia o nell’area del Mediterraneo: “Noi siamo orgogliosamente italiani – ha aggiunto Azzola – e infatti creiamo partnership con chef stellati, come Andrea Berton, che cura il ristorante sottomarino H2O di You&Me Maldives, e con il brand di design Lago”.
Cambia anche la permanenza media dei turisti stranieri, come ha illustrato, sempre nel corso del convegno, Antonio Onorato di Relegance: “Nel 2022 a Venezia la permanenza media è stata molto alta, circa 4,7 notti contro 2,2 del pre-Covid. Purtroppo nel 2023 si è tornati a questi ultimi numeri, ed è difficoltoso conoscere e fidelizzare un turista se rimane così poco tempo. Tra l’altro, quando il turista rimane più giorni visita anche i musei della città, gallerie private, e questo porta ricchezza al territorio. Per noi chiaramente è importante fidelizzare il turista e ampliare quindi la base di clienti ripetitivi”. Onorato ha aggiunto che intende consolidare il business a Venezia, dove ha appena acquistato Punta Conterie a Murano, e presto aprirà una Spa a Palazzina Grassi, continuando intanto la ricerca di altre strutture ricettive nella Laguna.