Circa un anno fa era arrivato l’annuncio del contratto firmato da Hilton Worldwide Holdings per la progettazione di alloggi, spazi comuni e altre facilities all’interno della stazione spaziale privata Starlab. Una delle tre in fase di sviluppo insieme a Orbital Reef e Axiom Space. Coinvolta nei progetti di sviluppo dell’ospitalità nello spazio c’è anche la Nasa, la grande agenzia spaziale americana, che ha destinato enormi fondi allo sviluppo di progetti per stazioni orbitanti: 160 milioni di dollari a Starlab, ma anche rispettivamente 140 milioni e 130 milioni a Axiom Space e a Orbital Reef. Quasi mezzo miliardo di dollari ai quali si aggiungono gli investimenti di aziende private come Virgin Galactic di Richard Branson e Starlink di Elon Musk.
Dodici mesi dopo, il turismo spaziale non è scomparso dai radar tanto che, secondo gli esperti, già per il 2027 è previsto il lancio in orbita di almeno una stazione. In questa fase i progetti in corso quindi non sono interrotti ma proseguono il loro iter puntando soprattutto sui finanziamenti dei privati. Ecco allora che, ad esempio, Axiom ha in programma di realizzare dall’inizio del 2024 diverse missioni di prova per portare i suoi astronauti sulla Iss, la stazione spaziale internazionale, l’unica al momento in orbita. Con loro però viaggeranno, per fare un breve soggiorno nello spazio, ogni volta anche dei passeggeri privati: ognuno dei quali ha pagato un ‘biglietto’ del costo di varie decine di milioni di dollari.
A tutto ciò si aggiungono anche finanziamenti attraverso operazioni di ‘space marketing’ per portare nello spazio prodotti da lanciare in vendita sulla terra, come ad esempio le tute spaziali. Oggetti che non sono solo dei capolavori di ingegneria ma anche degli articoli da firmare dal punto di vista estetico. Non per nulla – come riportato da Il Sole 24 Ore – anche una importante maison di moda come Prada ha iniziato a disegnare delle tute. Sempre in orbita sarà presto testato anche un orologio spaziale realizzato da Garmin, tra le cui funzioni ci saranno quelle di monitorare le condizioni fisiche dell’astronauta e di raccogliere dati preziosi per studiare la reazione del corpo umano ai voli in microgravità.