Gruppo italiano che possiede 30 hotel lungo la Penisola, tre dei quali in gestione diretta e gli altri affidati a vari player dell’hospitality, Bulgarella si esprime sulla recente decisione del Comune di Milano di assegnare in concessione il palazzo che si affaccia su Piazza Duomo perché diventi un albergo di lusso. Un’anticipazione sul tema era già stata data dal direttore generale Ray Lo Faso a Pambianco Hotellerie, ma la questione era presentata in altri termini. Il manager infatti aveva spiegato che il gruppo era “in fase di trattativa con il comune di Milano per l’acquisizione di un immobile situato in via Dogana e di fronte al Duomo, annesso a quello chiamato ‘Secondo Arengario’. Se l’operazione dovesse andare in porto – spiegava Lo Faso – il progetto prevederebbe di realizzare nella location un hotel a cinque stelle con 108 camere, due ristoranti e sale riunioni. Una struttura che sarebbe probabilmente gestita direttamente dal gruppo”.
Nei primi giorni del 2024 – come riportato anche dal Corriere della Sera – il ‘colpo di scena’. Il Comune di Milano infatti ha deciso di utilizzare una gara pubblica ad incanto (ovvero con assegnazione del bene al migliore offerente, dopo che non sono fatti più rilanci; è diversa dalla quella senza incanto nella quale le offerte sono presentate in busta chiusa e senza ulteriori rilanci, ndr) per assegnare in concessione per 36 anni (e non in vendita in quanto bene pubblico inalienabile) proprio l’edificio affacciato su Piazza Duomo. Una location quindi turisticamente unica e davvero molto appetibile, nonostante il canone di affitto, sempre secondo il quotidiano, dovrebbe essere pari a quattro milioni di euro l’anno. Tanto è vero che lo stesso Demanio ha fatto sapere di aver ricevuto negli scorsi mesi due manifestazioni di interesse da parte di operatori dell’ospitalità per la realizzazione di una struttura ricettiva di lusso, con proposte dettagliate sia per il progetto di utilizzo sia per gli interventi di riqualificazione.
A breve quindi dovrebbe essere aperto il bando pubblico secondo una procedura divisa in due fasi: la prima, di qualificazione, che individuerà gli ammessi alla seconda dell’incanto, privilegiando la qualità della proposta alberghiera e dei servizi complementari. Quindi non più una trattativa ‘diretta’ col Gruppo Bulgarella: “Siamo stati sinceramente stupiti – ha detto lo stesso Ray Lo Faso – nell’apprendere di questa intenzione di gara ‘aperta’ da parte del Comune di Milano. Noi infatti, dopo un primo bando che era stato fatto in passato e che non aveva prodotto frutti, eravamo stati contattati direttamente dall’istituzione cittadina che si era dimostrata interessata a quello che era il nostro progetto di trasformazione dell’edificio in hotel di lusso. E da allora avevamo avviato una lunga e positiva interlocuzione per poter giungere a un accordo”.
Così evidentemente non è stato è anzi la prospettiva che al momento risulta la più probabile è quella della creazione di una gara pubblica ‘aperta’. “Quello che ci saremmo aspettati in caso di apertura di un bando pubblico era che questo almeno ci vedesse come proponenti. Evidentemente le condizioni sono cambiate: anche se a proposito di questo nuovo incanto al momento, almeno secondo quello che ci risulta, non ci sono informazioni precise, sia sulle tempistiche che sulle specifiche tecniche. Quello che è sicuro è che noi crediamo nel nostro progetto che avevamo già condiviso con il Comune e al quale abbiamo lavorato per oltre un anno e mezzo. E se gara sarà, allora quello presenteremo convinti che sia il migliore possibile e quindi destinato a vincere”.