Un anno fa si teneva a battesimo il primo summit Pambianco dedicato al mondo dell’hotellerie. Una pietra miliare per la nostra azienda perché, come raccontammo lo scorso anno, con questo primo convegno andavamo a completare il progetto editoriale dedicato a questo fondamentale settore del nostro Paese. Allora si parlò delle evoluzioni di questa industry e delle trasformazioni in atto. Il tema è ancora in divenire e sarà il punto di partenza per il secondo summit, in agenda il prossimo 13 marzo, dove si discuterà di ‘Turismo, la sfida del new normal tra lusso e midscale’, confermando l’importanza di questo momento di networking e di divulgazione per i circa 300 manager e imprenditori presenti.
Il concetto del ‘new normal’ sta permeando tutti i settori chiave del made in Italy e la ricettività ne è, quindi, ugualmente coinvolta. L’Italia resta una destinazione fondamentale per il turismo internazionale. Lo attestano i dati in ripresa sull’incoming, sebbene il trend sia meno effervescente rispetto ad altri Paesi europei. Non è ancora un campanello d’allarme ma è chiaro che il mondo dell’ospitalità, come anche le istituzioni, non possono e non devono ignorare questi elementi. Altrimenti il rischio, come evidenziato all’interno di questo numero di Pambianco Hotellerie, è che il nostro Paese possa perdere posizioni nel ranking internazionale.
Il turismo resta un asset imprescindibile ma è ben chiara la necessità di colmare diverse lacune e trovare una soluzione a temi caldi ancora irrisolti. Si pensi, per esempio, alla formazione. Se il Belpaese vuole confermarsi come destinazione primaria per il lusso, servono strutture che possano dare una preparazione specifica a manager e personale, strutture di cui, al momento, il nostro Paese, è sprovvisto. Altro aspetto cruciale è la creazione di gruppi ricettivi italiani di fascia alta che possano presentarsi come un contrappeso, in Italia, ai colossi internazionali.
Andando oltre al settore luxury, non bisogna dimenticare la sfida dei tre stelle. La categoria è meno strategica a livello di immagine, ma lo è dal punto di vista del numero di strutture. Ebbene, anche qui si rende necessario un salto di qualità, ripensando questi alberghi secondo le esigenze dei viaggiatori digitali, per esempio con l’offerta di device, con una migliore qualità del sonno e una proposta breakfast che diventi essa stessa un’esperienza. L’Italia non deve lasciarsi scappare queste opportunità non solo per mantenere nel tempo la leadership, ma anche per trovarsi già preparata di fronte alle repentine evoluzioni del settore ricettivo.